La cosa più difficile per l’essere umano è accettare il bene – N. Keppe

“È necessario essere più virtuosi per sopportarela prosperità che le avversità”(La Rochefoucauld)

Il bene è sempre difficile da essere accettato; ci abituiamo a pensare che desideriamo il bene perché ciò corrisponderebbe ad una condotta razionale; ma intanto agiamo fondamentalmente sulla base delle emozioni che si basano sul sentimento dell’invidia, che è invertito.
L’invidioso è invertito perché rifiuta il sì, il bene, e la felicità, e dopo che ottiene il male per la sua vita, si lamenta di non sentirsi bene; la salute e il benessere dipendono dall’accettazione dell’individuo. Perché ci sia salute l’individuo deve possedere la gratitudine, ma se il grado di invidia sarà molto grande, egli non accetterà in nessun modo di essere grato.
L’invidia è diretta proprio verso le persone e le cose che sono più indispensabili e più care, diventando un “sentimento” contraddittorio: allo stesso tempo che uno ha bisogno di quella persona, la nega e le si oppone, impedendosi di usufruire di quello di cui necessita di più. Così l’individuo invidioso distrugge la fonte della sua felicità e del suo benessere. Che cosa fare con l’invidioso se rifiuta ciò che più ama e ciò di cui ha più bisogno? Questo è il terribile dilemma nel quale si trova l’essere umano.

Credo che non starei ancora…., disse I.M. e incominciò a piangere.

Ma ha verificato la sua malattia con qualche medico? Domandai.

No, sono io che sto pensando di essere malata, e continuò a singhiozzare.

Allora, in questo caso, lei piange perché immagina di essere malata, oppure perché si rende conto di essere sana?

Come il lettore vede, coscientemente le persone desiderano la salute, ma incoscientemente vogliono la malattia; possiamo dire che generalmente l’incosciente è il contrario del cosciente, tesi che Freud rifiutò, ma che credo sia valida.
Sembra che la prima condotta patologica sia quella di impedire, distruggere, reprimere tutto ciò che esiste, inclusa anche la propria esistenza; comportamento questo legato agli impulsi inconsci derivati dalla psicogenetica, motivo per cui già possono esistere deformazioni fin dalla vita fetale; dobbiamo per forza ammettere che ci carichiamo, senza percepirlo, di un enormità di fattori patogeni che rendono scomoda la vita intera.
L’oggetto buono primordiale che l’invidioso attacca è l’essere, che può essere simbolizzato dalla madre, nel caso del bambino – ma che in realtà si riferisce alla vita; perciò dobbiamo ammettere che l’invidia si caratterizza con il rifiuto di tutto quello che esiste, essendo la base della malattia, del fallimento e principalmente dell’infelicità umana. In qualsiasi modo Lucifero è stato contro l’essere (la vita), trasmettendoci questa triste “eredità”.
Il pensiero e il sentimento originali sono sempre positivi; perciò se una persona si sta sentendo male è perché sta negando, omettendo o distruggendo le sue vere idee ed emozioni. L’invidioso attacca principalmente il raziocinio, l’affetto e il lavoro, proprio perché gli portano beneficio – il che significa che egli non vuole per sé il bene; nell’invidia l’individuo non accetta di avere gratitudine, perché dovrebbe in tal caso riconoscere la bontà del prossimo.

La medicina psicosomatica della trilogia analitica – Claudia Pacheco

La sola vera medicina è psicosomatica. Il modo con il quale la medicina è praticata ai giorni nostri non è autentico poiché essa tende a negare l’importanza degli elementi psicologici che sono la causa principale dei disturbi organici e, al contrario, di sovrastimare i fattori organici. Anche i medici che proclamano di praticare la medicina psicosomatica, normalmente, prescrivono alcune specie di tranquillanti che non hanno altro effetto che di mascherare i sintomi e dunque la vera causa della malattia che è psicosociale. Quand’anche i sintomi potessero essere momentaneamente alleviati essi riapparirebbero subito dopo che uno smette di prendere la medicina. Inoltre i tranquillanti e le droghe psicotropiche producono spesso conseguenze molto serie e dolorose che sono talvolta peggiori dei sintomi originali.Ippocrate, il padre della medicina, diceva che la malattia non esiste di per se stessa; esiste solo la persona malata. Chiaramente, sebbene la nostra natura psicologica e quella fisiologica siano inseparabili, la nostra natura psicologica, essendo superiore, predomina. L’individuo cade anzitutto malato psicologicamente e in seguito, come conseguenza, diviene malato fisicamente.Il lettore può allora chiedersi che cosa sono i virus, i batteri, le radiazioni, le malattie parassitarie, la malnutrizione e le malattie ereditarie? La mia risposta è che la vita sul nostro pianeta oggi è lontana da ciò che dovrebbe essere. Molte delle nostreattuali malattie non dovrebbero esistere, esse sono il risultato di una distruzione graduale nel nostro pianeta compiuta dall’uomo stesso.Il sistema ecologico è distrutto senza speranza, risultato dell’odio o delle negligenze dei potenti gruppi che sfruttano le nostre risorse naturali. La tecnologia al servizio dei poteri economici contribuisce ad avvelenare la vita su questo pianeta, con l’estinzione di alcune specie animali, come risultato della proliferazione nucleare, la polluzione industriale, gli agenti tossici e altro. La razza umana si indebolisce. Non solo nuove e incurabili malattie (come l’AIDS) compaiono, ma anche la struttura genetica umana si deteriora a causa della tensione perenne causata da un modo di vivere troppo permissivo, dall’uso delle droghe, dagli eccessi di medicina e di alcool, dalla promiscuità ecc,Tutti questi fattori sono il risultato di una mancanza di equilibrio che predomina la società, ma questo non è chiaramente percepito e certe malattie hanno cause psicosociali tanto direttamente quanto indirettamente.Infatti l’uomo ha una vita completamente in disarmonia con la sua essenza e la sua natura; non possiamo essere in buona salute in queste condizioni. Per questo oggi i paesi più evoluti, fra di essi gli Scandinavi, sono orientati allo sviluppo della medicina preventiva in modo da prevenire la malattia quando ciò è possibile invece di combatterla semplicemente quando si è manifestata. Essi sono convinti del fatto che i metodi medici tradizionali portano raramente alla guarigione completa del paziente. La prevenzione, per mezzo di una più grande presa di coscienza della patologia psicologica e sociale (errori individuali e sociali), è essenziale se questi errori devono essere corretti e l’essere umano vuol vivere una vita più sana e più adeguata alla sua natura. Il giorno che si avrà una tale presa di coscienza, la malattia sarà controllata.La Trilogia Analitica ritiene lo psicologico e l’organico perfettamente analoghi. La salute del nostro organismo dipende dall’immunità del nostro sistema che quando funziona normalmente è capace di combattere gli attacchi di tutti gli elementi che gli sono ostili. Se una persona si ammala, è perché non ha più difesa contro i problemi psicologici che alla fine la portano a uno stato di grande tensione.La relazione tra la tensione nervosa e la malattia organica e psicosociale è spiegata in dettaglio nel mio libro “Guarigione per mezzo dello stato di coscienza: Teomania e Tensione Nervosa” nel quale ho tentato di descrivere come l’essere umano combatta contro la presa di coscienza dei suoi errori e i problemi della società che possono renderlo malato e perfino condurlo alla sua morte.Per esempio, se non siamo coscienti delle nostre emozioni negative, quali l’invidia, la paura e la collera e non le controlliamo, il risultato sarà uno squilibrio psicologico, neurologico, immunologico e una grande varietà di malattie.Certamente nessuno trova gradevole vedere i propri aspetti negativi, ma un’attitudine in questa direzione è l’unico e più importante dei fattori sia per la salute fisica che per la salute psicologica.La medicina psicosomatica praticata in Trilogia Analitica chiede al paziente, che soffre di una malattia organica, di subire un trattamento che comprende la psicoterapia individuale e di gruppo e la partecipazione a un’Impresa e Residenza Trilogica, al fine di ricercare le cause psicologiche della sua malattia con mezzi che sono altrettanto psicologici, cioè attraverso le emozioni, le parole, le azioni,In Trilogia Analitica le medicine non sono mai prescritte, ma è rispettata la scelta del paziente di continuare a guardare la sua medicina personale durante l’analisi.Benché in minoranza, certe malattie sono a uno stadio talmente avanzato (come il caso di un’ulcera perforante) che l’assistenza medica è necessaria; le operazioni urgenti, ostetriche, le cure d’urgenza e la medicina preventiva forse un giorno saranno l’unica forma di medicina di cui avremo bisogno.La medicina psicosomatica della Trilogia Analitica è allo stesso tempo preventiva e curativa, essa ha avuto successo nei trattamenti endocrini (ghiandolari), cardio-vascolari, digestivi, respiratori, ginecologici, infettivi, nelle malattie degenerative, neurologiche, psichiatriche.La medicina deve cercare di rinforzare il sistema immunitario dei suoi pazienti al fine di evitare una remissione dei sintomi o il passaggio della malattia da un organo all’altro ciò che si produce spesso nelle guarigioni per suggestione e per mezzo delle tecniche di rilassamento.L’individuo deve fare un cambiamento fondamentale nel suo modo di sentire, di pensare e di agire, deve creare nuove abitudini più sane per rimpiazzare quelle cattive. Si raccomanda dunque di analizzare il paziente per almeno sei mesi o un anno, sebbene sia molto probabile che i suoi sintomi organici siano già guariti fin dalle prime settimane di trattamento.

Bisogna anche che egli riveda la sua vita affettiva e professionale che sono le prime cause della sua tensione.

La psicoterapia della trilogia analitica – Claudia Pacheco

A. Psicanalisi Individuale Trilogica 
Il metodo psicanalitico della Trilogia Analiica è una sintesi della metodologia di Sigmund Freud, Melanie Klein e Wilfred Bion in aggiunta alle scoperte di grandi filosofi come Socrate, Aristotele, il Cristo, San Tommaso d’Aquino, William di Ockham, Kierkegaard, Bergson e altri.Tuttavia il fattore principale per lo sviluppo della metodologia Trilogica è costituito dalle ricerche scientifiche fatte da Keppe e l’esperienza da lui acquisita con migliaia di pazeienti negli ospedali e in consultazioni private.Una seduta d’analisi Trilogica dura in generale dai 30 ai 40 minuti. Il paziente è disteso su un divano in modo che si possa concentrare al massimo sul suo io interiore e non essere distratto dalla presenza dell’analista che si mantiene dietro il suo campo visivo. Questo procedimento è necessario e indispensabile perché l’interiorizzazione (attitudine introspettiva di percepirsi) sia effettiva e per permettere all’individuo di sentire le sue emozioni profonde e le sue sensazioni. L’unione del pensiero e delle emozioni è raggiunto con l’aiuto dell’analista che guida il paziente ad un più alto stato di coscienza, permettendogli di agire correttamente e, di conseguenza, di guarire.L’analista Trilogico, in poche parole e con l’aiuto di qualche domanda, guida il paziente a prendere coscienza dei suoi problemi, degli atteggiamenti che gli fanno male e delle loro cause, in modo da condurlo a una percezione giusta, bella e vera della realtà della vita, realtà che gli offre delle possibilità per il suo sviluppo. La tecnica analitica impiegata è una tecnica dialettica (vedere il capitolo 2. “Il metodo di interiorizzazione”) o Tecnica d’interiorizzazione sviluppata da Keppe nel corso di 20 anni di esperienze mediche. Sebbene sia utilizzato il metodo dell’associazione delle idee, in parte con altri metodi di psicanalisi, la Trilogia o Tecnica Dialettica “Reale” è totalmente diversa dalle altre forme di tecnica psicoterapica ed è un trattamento molto efficace delle psicosi, nevrosi e altre malattie psicosomatiche.Attraverso l’analisi individuale il paziente si concentra sui suoi problemi psicologici personali e sulle relazioni con se stesso, la società e il mondo. Anche i sogni sono un’importante fonte di informazioni durante l’analisi individuale. Benché questo stato di coscienza, che va crescendo (coscientizzazione), si sviluppi a un livello personale, esso conduce molto efficacemente a una soluzione dei problemi relativi alla vita sociale, professionale e spirituale.Parlare degli altri è anche un modo di giungere ad uno stato di coscienza più profondo per mezzo della tecnica di interiorizzazione. Qui l’analista aiuta il paziente a comprendere che parlando delle sue relazioni con gli altri, parla di se stesso.Per poter assistere i pazienti in sedute individuali, è assolutamente essenziale per lo psicanalista trilogico avere l’esperienza di parecchi anni di analisi e di avere la formazione teorica e pratica adeguata per una buona comprensione della Tecnica Trilogica.

B. Analisi Trilogica di Gruppo 
Mentre durante l’analisi Trilogica individuale la persona viene a percepire i suoi problemi interiori, nella terapia di gruppo essa è portata a percepire il suo modo di agire nella società. Quest’ultima è dunque una forma di terapia sociale. Nel gruppo parla un solo individuo alla volta, secondo la necessità, e fa in modo di attirare l’attenzione degli altri sugli atteggiamenti che egli utilizza e che gli fanno del male e fanno del male agli altri.La persona ascolta in silenzio ciò che gli altri hanno da dire su di lei al fine di non perdere una sola delle opinioni di coloro che desiderano parlare.Quando tutti hanno parlato, la persona in questione dice la sua su ciò che è stato formulato su di lei. A differenza di altre forme di terapia, in un gruppo Trilogico i partecipanti, devono essere sinceri e dire la verità, ma senza aggredire. Le “proiezioni” sono controllate, ciò vuol dire che l’analisi di gruppo non permette a persone squilibrate, o che non hanno senso critico, di dare delle opinioni errate in merito alla persona analizzata poiché queste opinioni non rifletterebbero che i loro stessi problemi.A differenza di ciò che si potrebbe pensare a prima vista, i gruppi di analisi Trilogica non hanno alcuna relazione con ciò che si chiama “Hot Seat Technique” “Colui che è posto sullo sgabello” o del “Gioco della Verità”, della terapia di Gestalt o altre tecniche. Dietro uno scambio apparente di impressioni esiste tutta una struttura di sperimentazione filosofica e scientifica che è unica e appartiene solo alla Trilogia Analitica e che è il risultato di venti anni di lavoro in gruppo diretto da Keppe. Solo gli analisti più esperti hanno le capacità necessarie per dirigere questi gruppi che durano talvolta da un’ora e mezzo a due ore.Certe persone quando cominciano sedute in gruppo, confondono l’atteggiamento sincero di dirsi la verità gli uni con gli altri senza la maschera dell’ipocrisia, così comune in società con un atteggiamento aggressivo. In effetti è tutto il contrario poiché solo una persona che desidera veramente aiutare un’altra avrà la forza di carattere di aprire il suo cuore e di dire a quell’altra tutto ciò che sa di vero in merito, aiutandola così immensamente. Nella maggior parte dei casi, gli individui che formano un gruppo hanno una visione molto più giusta della persona analizzata di quella che la persona ha di se stessa.Perché il trattamento sia più efficace possibile, si raccomanda che il paziente faccia almeno due sedute individuali e una seduta di gruppo per settimana. Più grande è il numero di sedute individuali e di gruppo alle quali questa persona assiste e più rapido e più proficuo sarà il trattamento.Nessuna medicina è utilizzata nella Psicoterapia Trilogica.

C. Importanza della critica nell’analisi di gruppo 
Nel gruppo d’analisi Trilogica, una grande importanza è data alla critica. La parola critica deriva dal greco Kritikos ed è anche in relazione con la parola crisi che in greco significa giudizio, fase acuta di una malattia o punto di ritorno.Persino il più accorto degli individui della nostra civiltà non accetta la critica. Ma in psicoterapia integrale o Trilogica, la critica è vista come un momento importante dove un gruppo di individui (e anche la persona analizzata) giudicano un altro individuo, la sua vita e le sue attitudini, ricercando le cause delle sue sofferenze. Se i consigli dati dal gruppo vengono seguiti, la persona si trasformerà per il suo bene e supererà la crisi.Accettare la critica è un punto di congiunzione tra la malattia e la salute, l’errore e la sua correzione, il peggio per il meglio. L’essere umano si è abituato a rifiutare tutta la critica, sentendola come un aggressione alla sua identità.Solo qualcuno molto equilibrato accetta di essere criticato poiché sa che la critica può mostrargli un lato di se stesso che non aveva potuto vedere fino a quel momento; da questo istante egli sarà in grado di correggere il suo punto debole e di pervenire ad un miglioramento visibile.E’ evidente che esistono due specie di critica: quella che è costruttiva e quella che è distruttiva e aggressiva; quest’ultima è il frutto dell’invidia. Nel gruppo di Psicoterapia Trilogica i componenti del gruppo e lo psicanalista insieme impediscono a coloro che fanno la critica di proiettare, attraverso di essa, i loro problemi o semplicemente di manifestare la loro invidia. Proprio perché la società e gli individui hanno abolito ogni senso critico della loro vita quotidiana, l’umanità è generalmente molto malata; è stato dunque necessario formare tali gruppi al fine di realizzare dei cambiamenti significativi.

Sociopatologia e socioterapia – Claudia Pacheco

Uno dei più grandi e brillanti contributi alla comprensione della psicopatologia è stato l’intuizione da parte di Freud che, dietro la maschera umana vi è il “vero io” pieno di cattive intenzioni, sebbene spesso inconscie, e che questa ipocrisia è la causa delle nevrosi.Keppe è stato ugualmente brillante nel comprendere che questo fenomeno si ritrova parimenti nella società. Dietro le strutture sociali, politiche, economiche e legali, che si rispettano e ammirano, esiste una grande malattia fatta di cattive intensioni, d’invidia, di ambizione, di sfruttamento e di manipolazione.In verità Keppe ha scoperto che, contrariamente alla credenza popolare, l’uomo deve difendersi dalle istituzioni, dalle leggi, dai sistemi dominanti poiché è proprio là la causa principale delle nevrosi, psicosi, malattie e altri problemi dell’umanità.Keppe ci avverte che dietro ogni teoria, ogni sistema si ritrova la psicopatologia della o delle persone che l’hanno creata perché ogni teoria o sistema è un riflesso dei suoi autori.Ecco perché il ricercatore deve essere Trilogico; come dire che egli deve tener conto della sua stessa psicopatologia alfine di proteggersi dalle influenze sulle sue opere.Quindi dalle sue ricerche più recenti Keppe ha messo in evidenza l’importanza di esaminare il malessere della società, di cui egli considera le organizzazioni e i valori patologici alla loro base, ciò alfine di poter così curare le malattie individuali o psicopatplogiche. A questo scopo Keppe ha inventato la “sociopatologia”, lo studio delle malattie sociali, e ha pubblicato le sue scoperte in “La Liberazione del Popolo” e “La patologia del Potere, Lavoro e Capitale”.Secondo Keppe, un individuo non può essere in buona salute se cresce in una famiglia e in una società patologica poiché ambedue lo influenzano dalla nascita, deformandolo costantemente per mezzo di ciò che si chiama educazione e socializzazione. Secondo lo psicologo americano Bandura: La socializzazione è il processo attraverso il quale l’individuo sviluppa in se stesso le qualità essenziali che gli permettono di funzionare efficacemente nella società nella quale vive. (Bandura, Enciclopedia di psicologia, Conrinuum Press, New York 1982). Come possiamo vedere, fin dalla sua più tenera infanzia, l’individuo apprende e interiorizza i valori accettati dalla famiglia, dalla scuola e dalla società nella quale vive, e sente che, se non si adegua a questi valori, dovrà subire le forme di punizione più diverse: verbali, affettive, morali, economiche, sociali e spesso anche corporali.Questo processo di socializzazione è talmente efficace al punto che questo tipo di controllo sociale è interiorizzato e la persona sviluppa un meccanismo di controllo di sé che rende superfluo ogni controllo della società. Ogni azione è pregiudicata da questo sistema interiore regolamentato e l’individuo non fa altro che adattare le forme di condotta, che stimolano in lui reazioni negative di punizione o di indifferenza, sono automaticamente rifiutati dall’individuo stesso.Se le regole sociali esistenti fossero corrette il processo di socializzazione sarebbe così sano e necessario. Ma se partiamo dal constatare che la maggior parte delle regole, delle ricompense e delle proibizioni sono state istituite per servire un ordine sociale ed economico corrotto, allora il processo non è più quello di socializzazione, ma di “lavaggio del cervello” cioè di un meccanismo sociale di “patologizzazione”. Nelle società umane quelli che hanno il potere decidono le regole e le leggi economiche e sociali, così essi mantengono il loro potere opprimono gli altri eRestringono la loro libertà. Ogni individuo subisce gradualmente una corruzione quando si adatta alla struttura sociale. Gli si insegna a mentire, a non avere fiducia in niente e in nessuno, a essere disonesto e a detestare il lavoro, se vuole sopravvivere in questa società.Un’altra circostanza aggravante è che quando alcuni individui e gruppi rivoluzionari, che hanno apportato una “riforma sociale”, sono riusciti ad abolire un potere dispotico, rimpiazzano questi sistemi con forme di controllo che sono ancora più dispotiche e raffinate.Una soluzione a questo problema è tanto più complicata in quanto senza alcun aiuto, quelli che sono vittime di “lavaggio del cervello”, sono incapaci di vedere che ne sono le vittime.Ciò vuol dire che una persona è condizionata a pensare in una certa maniera che crede sia la sola maniera di pensare, anche se è insoddisfatta del modo in cui vive. Spesso rifiuta ogni alternativa perché ha paura che gli altri modi di comportarsi, più liberi, siano causa di una punizione dolorosa (impressioni accumulate attraverso esperienze anterori).La maggior parte delle persone, infatti, credono che i “Potenti” siano necessari per mantenere “l’ordine” fra la popolazione e non che siano proprio loro (I “Potenti”) che causano i conflitti sociali con tutte le loro leggi disoneste.E’ necessario per coloro che hanno uno stato di coscienza più alto di questo, rivalutare le regole sociali alle quali si sono sottomesse generazioni e generazioni, scegliendo quelle che sono veramente valide e sane e rifiutando quelle che sono patologiche e restrittive. Quelli che agiscono così diverranno agenti modificatori della struttura sociale ed economica e forniranno le soluzioni che permetteranno agli altri esseri umani di raggiungere una qualità della vita più strettamente in accordo con la loro essenza.Keppe non si limita semplicemente a criticare il sistema sociale, ma propone soluzioni e inventa la propria socioterapia: le Imprese e le Società Trilogiche che hanno per scopo un modo di educazione più appropriato agli esseri umani.Le persone dovrebbero avere il diritto di svilupparsi per vie prive di qualunque tensione interiore o esteriore al fine di poter agire nel senso del Bene, del Bello e del Vero. Ad esse si dovrà impedire di agire contro questi principi nelle loro vite e in quelle degli altri, in modo che non possano esercitare la loro invidia, la loro teomania, la loro apatia, sia per mezzo del potere economico e sociale, sia attraverso un modo di condotta patologica.Lo scopo di questo procedimento educativo deve essere quello di indirizzare l’individuo sulla strada corretta dell’utilizzazione della sua libertà, di mostrargli che non è libero di aggredire, sfruttare, controllare o di distruggere se stesso e gli altri o di vivere nell’ozio e l’alienazione ma che è assolutamente libero di fare ciò che vuole, solo se quello che fa è benfatto per lui stesso e per l’umanità in generale. L’educazione odierna non dà questa libertà né all’individuo né alla massa.Al contrario i sistemi economici e sociali hanno fatto di ognuno uno schiavo di questi sistemi e dei loro beneficiari. Nel suo libro “La Liberazione del Popolo – La Patologia del Potere” Keppe spiega come l’individuo e la società si liberano con mezzi pacifici e costruttivi adottando una sana dialettica tra le azioni umane e le ricchezze della creazione.

La trilogia analitica o psicanalisi integrale – Claudia Pacheco

Il problema
Dall’origine dei tempi l’umanità è stata colpita da una grande varietà di problemi. La natura di questi problemi è cambiata attraverso gli anni; quando alcuni vengono parzialmente risolti, piano piano, altri appaiono aggiungendosi a quelli già esistenti. Malattia, fame, povertà, guerre, nevrosi, sottosviluppo, ingiustizia, sfruttamento, schiavitù del popolo da parte di una minoranza al potere caratterizzano la vita su questo pianeta da Nord a Sud, da Ovest a Est. Nondimeno è largamente riconosciuto e provato che la Terra possiede tutte le risorse necessarie perché ogni essere umano possa vivere estremamente bene E nell’abbondanza. Se l’uomo utilizzasse la sua intelligenza, la sua creatività e il suo lavoro, sarebbe possibile raggiungere rapidamente i più alti gradi di sviluppo economico e così arrivare a vivere molto felicemente. La fame e la malattia dovrebbero essere già state eliminate dalla faccia della Terra. Se le nostre risorse fossero state correttamente utilizzate, saremmo in grado in poco tempo di viaggiare nell’universo e la qualità della vita sarebbe incredibilmente elevata. Tutto ciò sarebbe possibile se le persone fossero informate e coscienti delle ultime scoperte scientifiche ed in particolare di quelle che riguardano la Trilogia.Se l’umanità adottasse un’attitudine trilogica, i settori della scienza, della filosofia e dello spirito potrebbero essere unificati alfine di “coscientizzare” e di correggere la psicosociopatologia.Problemi, considerati oggigiorno insolubili, sarebbero rapidamente risolti; si tratterebbe solamente di dedicarcisi con un certo grado di onestà e di buona volontà, e in questo caso, potremmo assumere il controllo della società rimpiazzando i gruppi corretti e male intenzionati che hanno nelle loro mani il potere economico e sociale.

La Soluzione
La Trilogia Analitica è una scienza completa con un vasto campo di applicazioni. Essa è nata dal lavoro del ricercatore Brasiliano Norberto R. Keppe, dottore in psicosociopatologia, che l’ha sviluppata riducendo al minimo e risolvendo il problema della sofferenza umana. Altri ricercatori si sono aggiunti in seguito a lui e oggi tutto un gruppo di individui, che condividono le sue idee, lavorano in differenti paesi: in America del Nord e del Sud, in Europa e in Scandinavia. Fino al 1980 la Società Internazionale di Trilogia Analitica era conosciuta sotto il nome di Società di Psicanalisi Integrale. A quell’epoca Keppe dedicò il suo tempo alla psicanalisi trattando le malattie psicotiche, psicosomatiche e le nevrosi. La Psicanalisi Integrale progredì rapidamente fino a includere lo studio della filosofia e della religione, due altri terreni problematici che, insieme alla scienza, affliggono l’umanità. A quell’epoca il metodo si fece conoscere sotto il nome di Trilogia Analitica.

Come fu scelto il nome:
TRILOGIA – In quanto è l’unificazione di tre branche di studi: Scienza, Filosofia e Spiritualità. L’idea fondamentale di questa scienza è che ogni essere umano ha un triplo aspetto (sensibilità, pensiero, azione) simile ai tre aspetti del Creatore (Padre, Figlio e Spirito Santo).
ANALITICA – Perché è un metodo analitico e scientifico; ciò vuol dire che un esame dettagliato dei fatti è sviluppato in tutte le direzioni allo scopo di promuovere lo sviluppo di una scienza più completa. A dispetto di ciò che potrebbe suggerire a qualcuno il nome di Trilogia Analitica essa non è una religione, né un metodo complicato e teorico. Al contrario la Trilogia è una scienza chiara, totale e pratica. Qualunque individuo di qualsiasi età, sesso, professione o razza la può comprendere se si dedica al suo studio e alle sue applicazioni. Il complesso di questa teoria e di questo metodo è il risultato di ricerche fatte a partire da un criterio scientifico e rigoroso.Oggi la Trilogia Analitica e una psicosocioterapia; ciò vuol dire che essa tratta, in una volta, problemi psicologici individuali e problemi di natura educativa, sociale, economica, politica e spirituale. Riassumendo, essa agisce in tutti i settori della vita umana per migliorarne la qualità.

La Trilogia Analitica: una scienza unificata
Quando desideriamo aiutare qualcuno complessivamente, non possiamo considerare le sue emozioni senza prendere in considerazione anche la sua natura religiosa. Ugualmente non possiamo trattare la sua pressione arteriosa senza conoscere i suoi problemi personali. Non possiamo aiutarlo a risolvere i suoi problemi finanziari senza conoscere il suo passato, la sua educazione, la sua filosofia di vita ecc. Riassumendo, una persona non può essere curata in parti isolate. Tuttavia fino ad oggi il medico non cura che il corpo. Lo psicologo si concentra unicamente su qualche problema di aggiustamento sociale; l’ecclesiastico cura problemi di natura religiosa; lo psichiatra cura le angosce, i deliri e le allucinazioni (con droghe, elettroterapia, internamento nelle istituzioni specializzate), e così via.
Allo stesso modo la società umana è frazionata in settori isolati che sono frequentemente in conflitto. Un caso tipico è l’incompatibilità che esiste tra la scienza, la filosofia, la teologia, le scienze economiche e politiche. Questa divisione è il riflesso dello stato schizofrenico dell’io interiore dell’essere umano proiettato nella vita sociale. Una frammentazione che divide tutto: genitori e figli, uomini e donne, datori di lavoro e lavoratori, governi e popolo, le classi sociali.Nati uguali, dovremmo essere trattati in quanto tali; da cui ne deriva la necessità per una scienza integrale che, essa stessa unificata, curi l’essere umano e la sua vita come un tutto.
La Trilogia Analitica è una tale scienza, unendo la teologia, la filosofia e la scienza (che corrispondono all’emotività, al pensiero e all’azione di ogni individuo), essa forma un tutto che mira all’unione dei popoli, delle razze e delle nazioni. E’ importante aggiungere che la Trilogia non è solamente un altro “capriccio”, ma una scienza basata sulle opere dei veri grandi saggi, filosofi, teologi e artisti, date alla luce nel corso di tutta la nostra civiltà. L’intenzione di Keppe non era di creare una nuova scienza a partire da niente, ma piuttosto di correggere gli aspetti errati della saggezza accumulata fino ai nostri giorni, recuperando e unendo gli elementi reali, e sommandoli allorquando ciò sia possibile e necessario. Contrariamente a ciò che si può supporre, l’unità raggiunta dalla scienza Trilogica permette una comprensione più profonda e una specializzazione di ogni campo particolare di studi, cosa impossibile prima a causa della separazione fra le differenti discipline. Con una prospettiva Trilogica, queste differenti discipline possono mantenere delle aperture per la comunicazione, per gli scambi d’informazioni e di idee fra di loro.
Per esempio: la medicina tradizionale non è riuscita a sopprimere le malattie organiche poiché ha mancato di prendere in considerazione il legame che esiste tra la vita emozionale e l’organismo fisico. I medici non curano che il corpo, gli psicologi lavorano unicamente sulle emozioni. Pertanto la sola vera medicina è “sociopsicosomatica”, ciò vuol dire che essa deve comprendere e unire, gli aspetti sociali, psicologici e organici dell’individuo, che cerca di guarire. Come può una persona che soffre di ulcera, che è angosciata da conflitti psicologici e che è sottoposta a enormi pressioni nella famiglia, nel lavoro e nella società, essere efficacemente curata con delle pillole e delle diete? L’umanità è malata. Il sistema economico, la giustizia, la medicina, la psicologia, le religioni, gli esseri umani e anche la natura sono gravemente malati.
E c’è una universalità in tutto questo malessere, una causa comune poiché, in fondo, tutti gli esseri umani sono essenzialmente simili in tutto il mondo e tutta la miseria proviene da sintomi comuni. Inoltre i mali dell’umanità devono essere curati alla fonte. Questo rimedio tanto cercato può ora essere trovato per mezzo delle scoperte di Norberto R. Keppe.
Alfine di avere una conoscenza più approfondita di ciò che veramente è la Trilogia Analitica, e di come questa scienza può trasformare la vita, è necessario, in primo luogo, bloccare la tensione e l’alienazione della vita quotidiana anche se ciò può apparire difficile.
In secondo luogo ogni individuo deve fare uno sforzo reale per cambiare il proprio modo di vedere le cose. Tutti dobbiamo partecipare a ricostruire una società nuova dall’alto in basso, correttamente e in accordo con i valori umani. E’ evidente che questo lavoro di trasformazione dovrà essere fatto gradualmente attraverso una più profonda coscienza psicosociale che si sviluppi, attraverso i vari gruppi Trilogici, in tutto il mondo. Molti sono attualmente coscienti della vera causa dei loro problemi e guariscono dalle loro malattie fisiche e mentali dilatando il loro sviluppo personale e creando una nuova società economica basata sulle Residenze e le Imprese Trilogiche.
Ormai non è che una questione di tempo perché l’umanità si trasformi e metta in pratica queste misure durevoli in quanto basate sulla verità. La sola preoccupazione è che questa trasformazione possa essere fatta in tempo, prima che i poteri patologici delle strutture mondiali distruggano il nostro pianeta e coloro che ci vivono.
La Trilogia Analitica è una scienza di tre dimensioni della realtà. Definire la Trilogia sarebbe come voler definire la realtà stessa, un compito impossibile se si considera la sua importanza e la sua complessità. Così come la realtà, la scienza della Trilogia analitica deve essere vissuta attraverso un’esperienza cosciente.

Incentivare l’erotismo è un ottimo nutrimento della paranoia – N.Keppe

Nel 1954, partecipai ad un Congresso di Psichiatria realizzato nell’Ospedale delle Cliniche (São Paulo) dove ascoltai uno psichiatra, di cui non ho conservato il nome, che dette la seguente informazione: “L’alcolista nasconde dietro il suo vizio una malattia grave; se lasciasse il bere repentinamente cadrebbe in una schizofrenia”. Il medico stava parlando del pericolo dell’Antabus, una medicina che dopo l’uso provoca nausee e malessere, all’ingerire qualsiasi bibita alcolica.

Nell’anno 1981, precisamente il 13 febbraio, scoprii esattamente lo stesso fenomeno con le persone erotiche. Quello che accade a loro, nel dedicarsi ad attività “amorose”, è semplicemente una fuga molto grande dalla coscienza dei loro problemi persecutori. Quando si ritirano un po’ dalle esperienze sessuali, presentano tracce molto forti di una paranoia accentuata.

Portando tale questione nell’ambito sociale, possiamo notare facilmente fatti significativi. Il primo, che mi sovviene, è l’attitudine delle donne dalla vita “facile” (apparentemente); sembrano molto comprensive (fin quando rimangono legate a questo tipo di esistenza) ma, nella misura che se ne allontanano, si mostrano brontolone e attaccabrighe. Altro esempio molto esplicativo è ciò che accade a tutte le persone che inquadrano la sanità nella libido; siano i clienti che si psicanalizzano (secondo l’ortodossia freudiana), siano gli stessi psicanalisti di questa scuola, gli studenti (poiché la maggior parte si orientano verso il freudismo e, peggio ancora, verso Reich) e tutti coloro che si dedicano al cosiddetto “sport dell’amore”.

È famosa, in ogni società, la condotta degli studenti di psicologia che, nella misura in cui arrivano alla fine del loro corso, diventano sempre più arroganti ed insopportabili – fatto questo già osservato da Maslow, negli Stati Uniti, da molto tempo. Tutti sanno che la maggior parte della psicologia moderna pone alla sua base l’orientamento freudiano.

Sigmund Freud era estremamente dominante e persecutorio, come diceva il suo biografo Ernest Jones; probabilmente fu questo il motivo che lo indusse a “rifugiarsi” in teorie sessuali, per nascondere la coscienza della sua problematica. Tale attitudine gli fu estremamente dannosa, poiché contrasse un tumore maligno, che lo obbligò ad operarsi ventisette volte alla gola.

Il fondatore della psicanalisi non curava psicotici, indirizzandoli agli psichiatri. Ora posso vedere meglio il motivo di questo atteggiamento: nel processo psicanalitico, il malato mentale peggiorava il suo stato mentale. Ogni caso grave che io stesso ho seguito nel passato, usando le teorie freudiane, sviluppava una aggressività incredibile, abbandonando il trattamento. Attualmente sono in grado di comprendere ciò che accadeva: essi sviluppavano la loro mania di persecuzione ad un alto grado, tanto da poter tranquillamente affermare che il freudismo accentua la paranoia individuale (e sociale). Applicato alla vita sociale, diciamo che le ipotesi sessuali di Freud la porterebbero ad un alto grado di alienazione, con enormi danni per la civiltà.

Freud, e probabilmente Carlo Marx, costituiscono veri Anti-Cristo (e non un Adolf Hitler o Stalin), perché attraverso la scienza e il pensiero è possibile realizzare un lungo lavoro di demolizione della vita sociale normale, usando ipotesi malate. Però, non c’è il minimo dubbio che tale concezione fu ispirata dalla deturpazione che da molto tempo i cristiani avevano fatto sull’argomento.

Le istituzioni cristiane si trovano in una stretta, ossia, si sono incagliate a causa della super-valorizzazione che è stata fatta dell’erotismo – dimenticando di prestare attenzione ai fattori realmente fondamentali. Stiamo abbandonando la felicità, volendo scambiarla con il sesso che nasconde la megalomania e la paranoia. Durante tutta la vita ho sempre meditato sul grande conflitto tra l’orientamento “scientifico” e quello di Cristo, credendo che esistesse un errore di interpretazione o del cristianesimo o della scienza.. Ogni individuo, che ha esperienza nel campo della psicoterapia, può facilmente notare che una persona, che non può più dare sbocco alla sua lussuria, presenta immediatamente una mania di persecuzione accentuata.

D’altra parte sto notando un fenomeno comune nelle persone gelose: una accentuata attitudine di aggressività e di alienazione, molto simile a quella dei paranoici più gravi. Ho sempre detto che l’unico sentimento che esiste è l’amore; invidia, odio e ira sono il rifiuto o la negazione dell’affetto. Allora che cosa sarebbe la gelosia se ha un altro nome? In greco esiste la stessa parola per indicare invidia, gelosia, malevolenza, odio e repulsione: Fitonos.

Melanie Klein era dell’opinione che l’invidia fosse un sentimento cattivo, mentre la gelosia, una specie di amore – “una difesa del sentimento d’amore” (Fonti dell’inconscio, M. Klein). Così tutta la psicanalisi tradizionale appoggiò tale concetto, creando una situazione di afflizione nei suoi clienti, in quanto considerava la gelosia un sentimento lodevole.

La causa della lussuria è l’invidia e l’arroganza – e non qualche fattore di ordine fisiologico, come il tipo di alimentazione, o il funzionamento ghiandolare – siamo libidinosi in quanto adottiamo una condotta di superbia. Vogliamo dire che l’erotismo, perlomeno quando appare patologico, costituisce un segnale, un sintomo di una attitudine interna erronea. Sia una erotomania, una omosessualità, un’impotenza, o qualsiasi altro fenomeno in questo settore, costituisce un indicatore che qualche cosa dal punto di vista psichico in noi va male.

Credo che il maggiore di tutti gli inganni, già avvenuti nel campo della psicopatologia, sia stata l’identificazione della libido con la normalità. E la maggior parte degli orientamenti psicologici hanno dato priorità al buon relazionamento sessuale – sfuggendogli la percezione che esso è proprio il desiderio degli individui più malati (paranoici), per sfuggire a qualsiasi coscienza importante e continuare ad alimentare indefinitamente la stessa mania di persecuzione.

Il sesso porta più preoccupazioni e tristezza che allegria – Norberto Keppe

Sento da molto tempo parlare delle delizie che la libidine offrirebbe all’essere umano. Il mezzo principale di promozione di qualsiasi articolo commerciale è sempre l’uso di un appello sessuale, attraverso il quale una persona consumerebbe tutto ciò che è in vendita. D’altra parte l’orgasmo offre un piacere accentuato tanto da indurre William Reich ad immaginare che tutto l’equilibrio umano potrebbe essere conseguito per mezzo di questo piacere. Non è molto difficile percepire che questo approccio porta ad una umiliazione dell’uomo, volendo ridurlo alla sua sessualità – lasciando da parte tutto ciò che è veramente importante e fondamentale nella propria vita.

Il piacere sessuale è una piccola immagine del cosiddetto godimento divino, o meglio, di tutto il piacere che ci viene destinato da tutta l’eternità se accettassimo la spiritualità. È per questo motivo che dobbiamo coscientizzare se, attraverso la lussuria, non ci stiamo impedendo di usufruire di un piacere molto più grande -–non solo nell’aldilà, ma anche in questa esistenza.

Non esiste alcun fenomeno che non sia mosso da uno anteriore; principalmente nel campo fisico, dove tutto quello che facciamo è prodotto da quello psicologico. Portando tale affermazione reale nell’ambito sessuale, possiamo concludere che ogni attitudine, in questo senso, è determinata dal modo di pensare. E uno dei fatti più curiosi è il desiderio di realizzare tutta la megalomania in questo settore. Per esempio: l’idea di straordinaria potenza che all’uomo piacerebbe di possedere, o la realizzazione di una unione perfetta che la donna fantastica.

C’è un grande equivoco a riguardo delle funzioni sessuali, equivoco dovuto alla loro condizione mista: psicologica e fisiologica, in quanto si è dato eccessiva importanza a questa seconda, parificando l’uso del sesso al funzionamento degli altri organi, come lo stomaco, il cuore, gli intestini ecc.. Tale identificazione è completamente falsa, perché, anche se non avessimo una vita sessuale attiva, la sua funzione continua ad essere perfettamente normale: la polluzione nell’uomo e l’ovulazione nella donna. Nel momento in cui una persona, che si sia astenuta per un certo periodo di tempo, volesse ritornare ad un comportamento erotico, non incontrerà alcun impedimento, anche se sia rimasto anni lontano da qualsiasi attività erotica, come accade a molti funzionari religiosi.

Tornando al problema dell’erotismo, possiamo paragonarlo a qualsiasi altro tipo di esigenza, come quella del denaro e all’affanno per ottenere il prestigio sociale; se ogni persona osserva bene, non avrà molta difficoltà nel percepire come una attitudine sessualmente moderata porti innumerevoli benefici.

Valutando una condotta di alienazione per mezzo degli stupefacenti (droghe, canapa indiana, eroina, LSD), o la realizzazione di una fantasia per mezzo di professioni “importanti” (politica, amministrazione), o impegnandosi intensamente alla ricerca del lucro credendo in un paradiso di potere, o anche pensando a raggiungere la felicità per mezzo della libido, vedremo che tutte producono la stessa cosa: l’alienazione – come se il benessere stesse nel Nirvana (eliminazione di ogni sensazione) – rifiutando il vero godimento che sta nella relazione con il Creatore.

Fin quando Adamo ed Eva rimasero nell’Eden, usufruendo della compagnia di Dio, non ebbero alcuna relazione sessuale; ma da quando adottarono l’attitudine di superbia e di arroganza, rifiutando la realtà, “Adamo conobbe Eva sua moglie, la quale concepì e dette alla luce Caino” (Genesi cap.4, vers.1). La conclusione che potremmo trarre immediatamente da questo fatto, è che il godimento sessuale fu ricercato solamente dopo che i primi genitori dell’umanità perdettero il godimento della contemplazione del Creatore – stando così le cose, possiamo affermare che solamente con il ritorno alla spiritualità, perderemo l’eccessivo interesse per il piacere fisico. Potrebbe essere altrimenti?

Ho l’impressione che viviamo orientati o verso il materiale, o immersi nello spirituale come gli angeli – solo che nel primo modo diamo il primato all’elemento inferiore, mentre nel secondo all’aspetto superiore che è il veritiero e più attinente alla nostra natura (spirituale).

La medicina come arma di distruzione – Ademar Monteiro

I MEDICI SENZA VOCAZIONE, LA PATOLOGIA DEI PROFESSIONISTI,
LA FORMAZIONE ACCADEMICA SBAGLIATA
E IL CONTROLLO DELLE INDUSTRIE FARMACEUTICHE,
FORMANO UN LATO OSCURO DELLA MEDICINA CHE DEVE ESSERE DISCUSSO
Nella concezione popolare, l’individuo tende a idealizzare il medico, quasi come un semidio, a causa del tempo impiegato nello studio e alla cura della sofferenza dell’umanità. Si dimentica che il medico è un essere umano che ha problemi come qualsiasi altra persona. E nel caso che questi elementi emozionali non vengano trattati dagli stessi medici in forma adeguata, ne conseguiranno serie conseguenze per se stessi e per i loro pazienti.

Altro punto importante è che questi professionisti, anche durante la loro preparazione, passano attraverso un vero lavaggio cerebrale, giacché i corsi di medicina sono influenzati direttamente dall’industria farmaceutica. I sei anni di facoltà e in più dai tre ai cinque anni di tirocinio culminano, nella maggioranza dei casi, in una ricetta di medicine o di intervento chirurgico. Fino all’inizio del secolo passato la medicina era concentrata più nell’area clinica e, posteriormente si diresse verso a farmacologia per questioni economiche.

Lo psicanalista Norberto Keppe, in una ricerca realizzata nell’Hospital das Clinicas della FMUSP, constatò che il 70% degli studenti di medicina erano indecisi, indefiniti e insicuri quanto alla professione da scegliere, ossia, non presentavano alcuna vocazione definita. Possiamo considerare anche che l’influenza della famiglia, lo status sociale e l’aspettativa finanziaria sembrano avere un peso forte nella decisione della sclta di una professione. In qualche forma molti studenti di medicina, all’inizio del corso, sono idealisti e difendono i diritti dei pazienti e la salute come un bene in sé. A poco a poco vengono corrotti dalla stessa istituzione medica, che passano a difendere, senza percepire che vengono manipolati per interessi che non sono i loro, e neppure dei pazienti, ma di speculatori e di commercianti.

Il desiderio di aiutare è insito nell’essere umano, ma il sistema capitalista ha trasformato questa aspirazione in profitto, dipendenza dai medicinali, internamenti che, molte volte, portano alla morte. L’inadeguatezza del corso, che è fondamentalmente organicista, non ha la preoccupazione di formare professionisti più umani, che lavorano con gli aspetti psichici e sociali. Al contrario, alimenta i problemi emotivi esistenti negli studenti che, più tardi, finiranno per influenzare in modo negativo il trattamento dei pazienti. Il prof Eduardo Marcondes della FMUSP riferisce che il corso basico è un male necessario, il corso clinico è molto noioso e l’internato è massacrante.

Per esempio, il curriculum del corso di medicina dell’USP ha, rispetto alle 15 mila ore di lezioni di teoria e pratica, quasi appena 250 ore dedicate alla psiche dell’essere umano. Si può dire che se alla base di questi corsi non ci sarà un legame con gli aspetti psichici, filosofici e metafisici dell’uomo, tenderanno a rimanere incompleti e inattuali.

In una ricerca effettuata in Inghilterra dal British Medical Journal si è constatato che ogni 100 diagnosi mediche corrette, 75 sono fatte attraverso anamnesi (dialoghi e dati forniti dal paziente), 10 dall’esame fisico, 5 da esami semplici di laboratorio, 5 da esami carissimi e invasivi e 5 rimangono senza diagnosi.

L’inversione che si verifica nel momento è che i medici cominciano ad analizzare il paziente a partire dagli esami complementari. I consulti sono diventati spesso più rapidi e “tecnologici”, in cui chi lucra sono solamente gli “industriali della salute”. Si verifica un viavai interminabile, in cui i controlli di esami e ricettari si sovrappongono al dialogo medico-paziente, causando ansietà e malessere ad ambedue.

E i risultati di queste condotte sono ovvi. Il medico è il professionista che più di ogni altro commette suicidio, somatizza con frequenza, diventa dipendente da droghe e ricorre alla separazione coniugale; e i pazienti, da parte loro, sono trattati in malo modo.

L’industria farmaceutica ha fatturato nel 2002 la somma di 406 bilioni di dollari e ha presentato un indice di crescita senza uguali in comparazione a qualsiasi altro settore. Allora io domando: forse l’essere umano è più malato ora che nel passato? Perché sono necessarie tante medicine, se gli indici di cura continuano ad essere gli stessi o, addirittura peggiori? Perché le medicine sono già la terza causa di morte, venendo solo dopo le malattie cardiovascolari e il cancro?

A logica si percepisce che ci è stato imposto un sistema di trattamento che non è tanto efficiente quanto ci lasciano immaginare. È basato principalmente sulla voracità del profitto. Fanno degli esseri umani vere e proprie cavie. Si pensa che una semplice medicina sia capace di curare la distruttività psichica ed organica dell’essere umano. Triste illusione…

Nel libro Medicina dell’Anima, Keppe mette in rilievo che non esiste un malato “innocente”. Volendo dire che dietro ogni malattia, c’è un’intenzione incoscientizzata dell’individuo di voler danneggiare non solo se stesso, ma anche quelli che gli stanno intorno. E, continuando, riferisce che l’essere umano non è stato creato per la malattia, ma per la sanità, la bellezza, la verità e, principalmente, la bontà. Ma quando deturpa, nega o omette questi aspetti sani del suo interiore, finisce per ammalarsi a livello psichico, organico e sociale. In realtà abbiamo nel nostro corpo un meccanismo armonico che si auto-regola, una formidabile farmacia interna, dice Claudia Pacheco nel suo libro Guarire con la Coscienza, che agisce in accordo con le nostra emozioni, anche se non lo percepiamo.

Per concludere, credo nell’importanza che tanto i medici, quanto i pazienti possano avere nella società. A patto che seguano un processo di coscienizzazione delle proprie psicopatologie e dei fattori socio-economici distruttivi che influenzano il settore della salute, per meglio aiutare se stessi e gli altri. Anche tenendo conto che alcuni settori ospedalieri, come quelli del pronto soccorso e della traumatologia, hanno funzioni importanti. E soprattutto dobbiamo valorizzare la medicina preventiva a livello psico-sociale.

La coscienza è la vera medicina per tutti i mali – Norberto Keppe

Le malattie sono organiche, psichiche e principalmente spirituali. Metto in evidenza questa trilogia, che esiste in tutte le cose sia positive che negative, perché il lettore riesca ad arrivare ad una sanità possibile in una società parecchio insana, come possiamo osservare attualmente nel nostro mondo. E solamente la coscienza dei mali impedirà l’esistenza di qualsiasi malattia.
Posso spingermi ancora più avanti: quanto maggiore è il numero delle malattie che l’individuo vede in sé, più equilibrato sarà o, dicendolo in un altro modo, quanti più problemi osserva in se stesso, meno difficoltà avrà, e quanti meno problemi noterà in se stesso, più pieno ne sarà. Ciò che è dannoso finisce di esserlo nell’ammetterne l’esistenza.
Comunque i problemi costituiscono la parte più ristretta della vita organica, psicologica e sociale, ma diventano fonte di grande male per gli esseri umani, che saranno sempre più malati, se si rifiuteranno di percepirli. Per questa ragione (il rifiuto di percepire i problemi) qualsiasi fenomeno, per quanto insignificante sia, acquisisce dimensioni enormi che mai avrebbe potuto raggiungere data la sua ristretta attuazione.
Perché preoccuparsi di ciò che è ristretto, se la verità ha una dimensione infinita? Abbiamo mai visto un individuo che stia realizzando qualcosa d’importante concedere il suo tempo prezioso alle malattie?
L’essere umano ha una paura speciale verso il male che esiste nel mondo, e principalmente verso quello che lui provoca; per questo motivo lo incoscientizza e diventa tanto difficile curarlo. Come curare un problema che l’individuo s’intestardisce a non vedere? Ma per accettare una simile attitudine di vedere, l’uomo deve essere impegnato nell’azione buona, bella e vera, poiché per ammettere un’azione di tale grandezza, ha bisogno di essere impegnato in qualcosa di più grande.
• Sogno sempre di partire, e quando arrivo all’aeroporto l’aereo sta già decollando, causandomi grande afflizione. Disse R.A.

• – A che cosa associa questo fatto? Domandai.
• – Alienazione.
• – Quindi il sogno le mostra che lei vive nell’angoscia perché desidera vivere alienata.

La ripetizione di questo fatto nel sogno mostra la costanza del problema che la signora in questione associò al suo desiderio di permanere alienata, o meglio, di fuggire dalla percezione di qualsiasi realtà.

• – Non ho provato quasi nulla di fronte al disastro della Formula 1, quando morì Senna. Disse P.F.
• – A che cosa associa tale fatto?
• – Violenza e brutalità.
• – Quindi è segno che lei non vuole avere coscienza di questi aspetti che la riguardano. Spiegai.
• – Ho lavorato con veri e propri criminali nel passato, senza percepire molto bene ciò di cui essi erano capaci. Completò.

Questo esempio mostra come la vera conoscenza sia proveniente dai sentimenti; come afferma il vocabolo greco; conoscere significa essere una persona che testimonia la realtà che esiste di per sé; l’intelletto agisce esattamente così: conferma o no se quello che riceve debba essere sottomesso alla realtà.

• – Questo paese dove mi trovo è freddo, e la gente non ha alcun interesse per il prossimo. Disse S.M.
• – Che cosa rappresenta questo paese nel suo interiore? Domandai.
• – Io so di essere così, ma non voglio vederlo.
• – Da qui nasce la sua sofferenza nel rifiutare la coscienza; siccome non ha intenzione di migliorare, qualsiasi percezione del male gli causa fastidio perché non l’accetta.

Mostrai al cliente che la coscienza non è solo un fattore intellettuale, potendo essere accettata solamente se c’è un intenzione di cambiamento per il meglio; pertanto esiste qualcosa di anteriore che la determina e che può essere localizzato nel campo dell’azione: se essa è danneggiata tutto il resto lo sarà in ugual misura, principalmente gli elementi legati alla sfera intellettuale. Da qui la necessità di credere nel e accettare il bene, rifiutando fin dall’inizio l’inversione in cui l’uomo vive.
(Capitolo 10 del libro “Medtafisica Trilogica – Cura attraverso le forze energetiche. Medicina autentica” pag.45-47)

Il medico dell’anima – Norberto Keppe

Alcuni specialisti più esaltati arrivano a dire che la vera medicina è la psicanalisi. E creano una polemica intorno alla origine prima delle malattie, come nella vecchia frase: “Chi è esistito prima: l’uovo o la gallina?”
Al contrario, molti medici cercano di trovare la causa della nevrosi nella chimica organica, così come fanno molti psichiatri con le psicosi. Probabilmente esiste questa discussione per la difficoltà di ammettere nell’essere umano un principio non sensoriale, che è lo psichismo.
Naturalmente non voglio incorrere nell’errore platonico di ammettere due entità distinte nella formazione dell’uomo. Psiche e corpo funzionano come un tutto, ricevendo reciproca influenza. Per questo motivo, quando un chirurgo elimina un focolaio infettivo, l’individuo si sente più calmo, o quando riesce a risolvere il suo problema neurotico, elimina in concomitanza le malattie organiche…
Così come non si va dal medico quando si sta bene, nessuna persona cerca l’analista senza essere portatore di sintomi che lo facciano soffrire. Non è stata ancora creata una medicina preventiva dell’anima che funzioni soddisfacentemente.
In questo modo, solamente l’individuo realmente malato va dallo specialista. E, quando arriva a questo punto, ha bisogno realmente di uno o addirittura due tipi di trattamento. In generale risulta inutile consigliare a un malato di ulcera, di bronchite ecc., che faccia un trattamento psicanalitico. Il male organico è acuto e sottrae tutta l’attenzione. E non solo per questo, ma perché per mezzo della malattia organica il malato trova l’affetto, l’attenzione e la protezione che ha sempre desiderato e non riesce ad accettare la possibilità di uscire da questa situazione. In questo caso, come potrebbe l’analista agire e portarlo proprio in direzione contraria a quella che egli desidera?
I lettori potranno notare che, nel senso che stiamo sviluppando, la nevrosi costituisce il primo fattore eziologico di tutte le malattie, psichiche o organiche. Il laico in psicanalisi pensa che la finalità fondamentale di questo trattamento sia quella di far diventare l’individuo buono buono. Evidentemente ciò significherebbe aumentare il processo nevrotico, da cui ne deriverebbe una maggiore rimoziOne, fattore responsabile della malattia.
La Psicanalisi mira a molto di più, a far diventare l’individuo autentico, che diverrà, nelle sue iniziative, libero e sincero, il più naturale possibile. La sua finalità non è quella di far diventare gli uomini “santi”, ma semplicemente creature che hanno coscienza della loro funzione, dei loro impulsi e della loro volontà.
La società è ipocrita ed è in crisi perché finge troppo. Non riusciamo più ad accettare questo stato di cose e perciò andiamo a fondo nelle nostre analisi, affinché la verità appaia anche se dovesse dolere. Tutta la nostra condotta è condizionata dalle nostre rimozioni. Si abbia una volta per tutte il coraggio di aprire gli occhi, per vedere e mostrare la realtà.
Non serve cambiare solo gli aspetti esteriori: i capelli, l’abbigliamento o l’automobile. Andiamo direttamente al problema per risolverlo. Questa è la funzione dello psicanalista, il medico dell’anima, che non può vivere nella menzogna.
Sappiamo che non è piccolo il numero delle persone che cercano le vacanze, gli alimenti più raccomandati dai nutrizionisti, e sono disposti ad ingerire qualunque medicina che,chissà, possa conservare la loro gioventù più a lungo possibile. Vengono ricercati tutti i mezzi fisici e, il principale, quello che di fatto è il vero responsabile della bellezza e gioventù del corpo, non viene presa in considerazione: l’anima con tutte le sue manifestazioni.
L’individuo può essere un Adone o una Venere a trenta, quaranta o cinquanta anni o, al contrario, una strega o un animale feroce a venti, a seconda che abbia dato enfasi ai fattori positivi o negativi della sua vita psichica. Le cure dell’anima non favoriscono solo la salute organica, ma portano maggiore perfezione al corpo. L’equilibrio psichico perfeziona il fisico.
Lo psicanalista non è pertanto l’individuo perfetto. L’analizzando ha la tendenza di pensare che egli sia il prototipo umano che esiste sopra la faccia della terra, solo perché desidera avere un sostituto del padre, senza alcun difetto. Solamente così si sentirà più sicuro e tranquillo.
Lo psicanalista è, o almeno dovrebbe essere, solo meno nevrotico di quello che è l’uomo comune. Supporremo che egli abbia corretto l’80% dei suoi disturbi psichici, allora potrà essere considerato come dotato eccellentemente – il 20% dei problemi nevrotici è una garanzia per tutta la condotta.
Lo psicanalista non sempre è un medico o uno psicologo. Perfino persone formatasi in altre facoltà potranno candidarsi, dopo essere state analizzate (secondo il tempo richiesto dalle varie scuole), essere state accettate ed abbiano frequentato le riunioni di formazione.
Lo psicanalista può essere ateo o religioso. La scienza non usa i dati della fede. Tuttavia, per la mia esperienza, penso che le persone spirituali apportano maggiori vantaggi rispetto agli altri, naturalmente nel rispetto del tipo di credo o dell’ateismo dei loro clienti.
D’altronde la psicologia moderna sta valorizzando gli elementi provenienti da altre tendenze, sia che provengano da persone ambiziose, che da ricercatori intellettuali. La liberazione dai lacci istintivi, nevrotici, porta sempre ad un’accettazione di questa ampia realtà.
Le leggi con le quali lo psicanalista tratta sono quelle attinenti all’essere umano. Di conseguenza egli non può essere superstizioso e deve prendere sempre in considerazione i motivi interiori di qualsiasi azione.
Il “miracolo”, ad esempio, è visto come una vera e propria trasformazione psico-organica. L’importanza dei fattori emozionali nello scatenamento dei processi organici patologici è piuttosto conosciuto da tutti gli psicanalisti. Tutto quello che si inscrive in quest’ambito, ha lo scopo di trasmettere agli altri queste scoperte scientifiche, che rivestono la più grande importanza, di più ancora di tutte le altre conoscenze umane che ci ha trasmesso la storia.
L’inserimento di queste scoperte nella vita di ognuno fornirà un grande aiuto in questo campo, non solo delle malattie organiche, come in una alterazione della propria “filosofia di vita”. Però gli psicanalisti sappiano che devono mettere in conto una enorme resistenza della società prima che tutti accettino queste verità; per questo motivo si riuniscono in gruppi chiusi, al fine di potersi difendere meglio. Fanno come i monaci che preservavano i famosi scritti dell’antichità, a causa dell’invasione dei barbari nella penisola italica.