Per vivere di più e meglio – Claudia Pacheco

Nel 1900, l’aspettativa di vita degli esseri umani oscillava attorno ai 38 anni. Attualmente la longevità si è attestata sui 68 anni.

La maggioranza delle persone crede che questo si debba al progresso della medicina, agli innumerevoli farmaci attualmente disponibili, come gli antibiotici, al progresso della tecnologia applicata alle pratiche mediche ed ai vaccini.

Ciò è corretto?

Secondo le ricerche effettuate dall’Università di Stanford, negli Stati Uniti, questo concetto è falso. Ciò che si è potuto appurare è che le cause della longevità poco hanno a che vedere con quello che si pensa. In scala percentuale l’assistenza medica si trova all’ultimo posto come dimostra la seguente classificazione delle cause che determinano il prolungamento della vita:

1° – Stile di vita – 50%

2° – Condizioni ambientali – 20%

3° – Ereditarietà genetica 17%

4° – Assistenza medica . 10%

Tra i fattori legati allo stile di vita, possiamo citare gli aspetti culturali, sociali, economici, le abitudini riguardanti la salute e, come fattori più potenti, i processi psichici.

I risultati di questa ricerca vengono a confermare il concetto dell’inversione in cui viviamo. Quando vogliamo prenderci cura della nostra salute, subito pensiamo ad esercizi fisici, alla buona alimentazione e, principalmente a partire da una certa età, a un buon medico sicuro che ci garantisca check-ups costanti.

Non esiste niente di sbagliato in queste precauzioni, ma l’inversione sta nel fatto che collochiamo queste attenzioni al primo posto, relegando i fattori psichici, che sono i più potenti, all’ultimo posto.

Chi mette un trattamento psicoterapico come prioritario in un processo di cura? Chi pone l’auto-conoscenza, principalmente la conoscenza della nostra patologia psichica (presente nella totalità degli esseri umani, diversificandosi solo nel grado tra una persona e l’altra) come fondamentale in una medicina preventiva?

Questo ci porta a concludere che se non fossimo così invertiti, nel curare gli aspetti materiali (sensorialismo) come prioritari a detrimento di quelli psichici che sono i più potenti, potremmo già vivere più di cento anni normalmente, e godendo di eccellente salute.

Questa inversione che si ritrova in tutte le attività e in tutte le filosofie dell’umanità, ha finito per restringere enormemente le conoscenze scientifiche, e fra queste quelle mediche. Inoltre, questa categoria professionale paga un prezzo molto alto nell’adottare questa visione organicista e parziale della salute umana –essi sono una delle categorie più colpite da problematiche di suicidio, depressione, di abuso di alcol e droghe, in quanto sono molto impreparati per trattare la vita emozionale propria e dei propri clienti.

Nel mio libro “Guarire con la coscienza – Teomania e Stress”, opera pionieristica nel campo della medicina psicosomatica, pubblicato la prima volta all’inizio degli anni ’80, ho già parlato dell’importanza per la medicina di indirizzarsi al trattamento del malato e non della malattia, poiché la visione parziale del cliente, nel trattare i suoi organi separatamente e non l’organismo, rende sempre più difficile la loro guarigione.

In questa stessa opera cito il fisiologo francese Claude Bernard che, nella metà del secolo 19°, affermava che il nostro corpo convive con milioni di batteri senza che necessariamente si debba cadere malati. Ossia, abbiamo difese naturali contro questi microrganismi il cui habitat naturale è il nostro corpo. I sintomi cominciano a sorgere quando questo equilibrio interiore è spezzato da fattori anteriori all’azione di questi batteri o virus. Questa interruzione dell’equilibrio è legata a ciò che è stato chiamato, per la prima volta da Hans Seyle, stress. E lo stress è il risultato, nel 90% dei casi, se non di più, di fattori psicologici.

Per esempio, in un milligrammo di saliva umana, esistono 150 milioni di batteri, che coabitano pacificamente con noi. Tutto procede bene finché non si presenti qualche disturbo psicofisiologico nascosto e si verifichi la rottura di questo equilibrio interiore, dando inizio ai più diversi sintomi. Anche così il nostro stesso organismo possiede meccanismi autoregolatori di difesa, come una farmacia interna che in condizioni normali rende possibile che la salute torni a dominare la situazione, senza che vi sia la necessità di un intervento esterno, di farmaci o qualcosa di altra natura.

Perché esistono persone che passano la vita senza aver bisogno di farmaci e ci sono quelli che non passano sei mesi senza aver bisogno dell’ausilio medico? Al contrario di quello che si pensa, non sono stati i fattori genetici, alimentari o di origine esterna che hanno determinato questa differenza, ma quello che i ricercatori di Stanford chiamano “stile di vita”.

Lo stile di vita che ha come nucleo il potere della vita psichica.

La spirale della salute

Lo stesso movimento a spirale che esiste nelle galassie è quello che si verifica nel nucleo del nostro DNA. Il nucleo del potere energetico esce dal centro in fuori in tutto quello che è naturale. Così accade anche nelle nostre cellule e nel nostro organismo psicofisico, in cui il nostro interiore psicologico (la bontà, la bellezza e la verità) è il nucleo che dà energia e potere affinché tutto il resto funzioni alimentando le nostre cellule ed i nostri organi.

Se volessimo prolungare le nostre vite e migliorare la nostra salute, dovremmo prestare molta attenzione alla nostra vita psichica più di quello che facciamo, poiché è da lì che parte tanto l’energia vitale indispensabile al mantenimento della salute, quanto la patologia che va ad impedire il funzionamento del nostro organismo (invidia, egoismo, paura, megalomania, rabbia ecc.).

Chi cura il maggiore, cura il minore, ma l’inverso non è vero. Chi cura la vita psichica, cura di conseguenza il corpo, ma chi cura solo il corpo non cura l’aspetto psichico che, se sarà malato, causerà lo squilibrio “occulto” a cui fa riferimento Claude Bernard, portando dietro di sé tutti i tipi di malattie.

Non possiamo curare le malattie preoccupandoci dei sintomi, per lo stesso motivo che non possiamo fertilizzare o irrigare una pianta attraverso i suoi rami. Il nostro interiore è le nostre radici; il nostro corpo, la vita sociale ed i fattori esteriori sono i rami e la coscienza è questa acqua e questo alimento di cui abbiamo bisogno.