L’AMORE È LA VERITÀ MA L’ESSERE UMANO È DIVENUTO PRIGIONIERO DELLA SUA FANTASIA CHE È LA RAZIONALIZZAZIONE
La ragione dovrebbe essere una schiava dell’amore, ma per la forza della nostra megalomania, è divenuta il risultato della razionalizzazione che stabiliamo contro la verità. Stando così le cose, obblighiamo ogni individuo ad inquadrarsi dentro le istituzioni che organizziamo e, evidentemente, lasciano molto a desiderare – ogni volta che sorge qualcuno a condannarle viene condannato automaticamente. “Come osano rifiutare la mia meravigliosa razionalizzazione?” Così dice l’uomo-dio.Tommaso d’Aquino fa una distinzione tra la legge naturale e quella umana, in quanto quest’ultima può essere indirizzata contro la prima; per esempio: quando restringe la libertà individuale, quando danneggia, costringe, inganna – se tutto ciò venisse verificato arriveremmo alla conclusione che la maggioranza delle leggi è stata fatta dall’uomo contro se stesso.Quando l’essere umano scambiò la verità con la conoscenza, passò a vivere tutta la menzogna che riuscì ad elaborare, continuando a voler credere che si trattasse della realtà. Egli vede la realtà e dopo fantastica sopra di essa; in questo modo passa a fantasticare su tutto ciò con cui entra in contatto, dandogli il nome di conoscenza; quello che l’uomo chiama ragione è il modo di razionalizzare rispetto a quello che nota.In fin dei conti, quello che Platone ha proposto e, con lui, tutti i filosofi antichi e moderni, è stata la possibilità di considerare quello che non esiste come se fosse esistente; possiamo includere in questo ambito Kant ed Hegel che hanno affermato che il sì ed il no sono la medesima cosa. Dunque tutta la scienza si è impregnata di tale intuizione, ancorata a queste teorie, portandoci all’accrescimento dell’angoscia e della disperazione. Io stesso ho tentato di usare questa dialettica (che consideravo il centro di tutta la ricerca e del lavoro scientifico), senza arrivare ad alcun risultato, se non quello della confermazione della sintomatologia nevrotica. Certamente questa attitudine costituisce il nucleo di tutta la problematica umana.Freud, nelle sue Cinque Lezioni di psicanalisi, presentata al pubblico nord-americano nell’anno 1909 alla Clark University di Worcester, a pagina 197 dice: “Dobbiamo notare che noi uomini, con le elevate aspirazioni della nostra cultura e sotto la pressione delle nostre intime rimozioni, crediamo che la realtà sia del tutto insoddisfacente e per questo manteniamo una vita di fantasia nella quale ci compiacciamo di compensare le deficienze della realtà, generando la realizzazione di desideri”. Noti il lettore come la stessa psicanalisi nacque da questa intuizione.Generalmente si lega la vita affettiva alle illusioni o alle delusioni; però le delusioni partono dal campo intellettivo, quando notiamo che non è possibile ottenere tutto quello che ci immaginiamo, poiché non si può amare se non ciò che è vero.L’AMORE, COSÌ COME LA VERITÀ, È UNO SOLO,E, COME LA VERITÀ, È ANCHE REALTÀ.
L’amore, esattamente come la verità, è uno solo: non esistono due amori e, con la stessa intensità, due tipi assolutamente uguali, due attitudini affettive identiche. L’amore è uno solo; poi esistono alcune sue variazioni. Ed ogni volta che tentiamo di confonderlo, cadiamo nella sofferenza.
Tutti gli autori filosofici, religiosi o scientifici hanno trattato la verità in campo intellettuale; ormai è tempo di vederla anche nel mondo dei sentimenti. E la prima cosa che capita di osservare è che il sentimento è uno solo: non esistono due sentimenti, o meglio, due amori. Che si accetti o no, la verità è il nostro grande amore ed essa è una sola; ogni volta che amiamo qualcuno, gli trasferiamo una piccola fiamma della stessa forma, con identiche caratteristiche. È per questo motivo che speriamo da lui la medesima lealtà, fedeltà e appoggio della stessa verità.Di tutto quello che potremo sapere, l’unico elemento che sentiamo ed abbiamo la possibilità di ottenerne realmente il contatto è l’amore, poiché esso sfugge ai dettami della ragione (Il cuore possiede ragioni che la stessa ragione non conosce – Pascal); esso è la stessa verità.Mi sembra che solo nell’amore esista totale libertà, perché potremo amare il nostro maggior nemico e nessun raziocinio riuscirà ad impedirlo. Dunque esso è contrario alla conoscenza. L’Amore va verso la verità e non verso la fantasia e l’immaginazione; amare è vivere nella realtà.Tuttavia tutta l’irrealtà che costruiamo ci dà l’impressione di grande felicità, motivo per il quale cadiamo, poco dopo, nella disperazione; così fu nel romanzo Romeo e Giulietta di Shakespeare e così sarà con tutti i visionari dell’amore.
LA LIBERAZIONE CONSISTE NEL FATTO DI LIBERARSIDALLA PRIGIONE DELLA FANTASIA E DELL’IMMAGINAZIONE.
Rendersi liberi è liberarsi dell’immaginazione e della fantasia, è accettare il sentimento che è la base di tutta l’esistenza. È per questo motivo che crediamo che l’amore sia difficile, in quanto si tratterebbe di accettare la realtà, sbarazzandoci dell’alienazione nella quale “viviamo”. Quando sentiamo la necessità di amare perfino i nemici (cristianesimo), restiamo spaventati da tale impresa, in quanto in questo caso possiamo percepire la totale libertà nell’atto affettivo, che tutto permette – mentre per mezzo della ragione, accettiamo solo un polo del pensiero.Vorremmo comprendere nella libertà tutta la fantasia che creiamo. È lo stesso fenomeno della coscienza, quando mettiamo in chiaro il problema con il fatto di vederlo (e non in esso, in sé). Vogliamo dire che dentro la perfetta libertà, la persona non la percepisce neanche, perché si sente interamente realizzata. L’angoscia sorge quando la persona incomincia a creare impedimenti ad essa.Liberarsi è sbarazzarsi della fantasia, poiché non riusciremo mai a gustare se non ciò che è reale ed essere a contatto solamente con la verità. Questo è il passo definitivo dell’essere umano: decidersi a vivere ciò che un giorno lasciò, ma è rimasta quella la sua speranza, fino al momento che non si stancherà di tutta la sua fuga smisurata in secoli e secoli di disperazione.Esiste un fattore che non può essere trascurato; quello attinente alla nostra civiltà. Dal momento che nasciamo, entriamo in contatto con un insieme di idee e disposizioni, dentro le quali cerchiamo di incastrarci; tuttavia abbiamo la percezione che la maggior parte delle istituzioni sono false; ci ribelliamo per qualche periodo (principalmente nell’adolescenza, quando abbiamo l’opportunità di opporci), per impegnarci poi definitivamente in questa struttura malata. Coloro che non hanno fatto così, o sono eliminati, o combattuti per la vita intera.Staremo arrivando ad un’epoca in cui sarà possibile essere liberi? La fantasia è diventata qualcosa di perfettamente indispensabile?Una risposta include l’altra, poiché mentre stiamo creando ciò che non esiste, perdiamo il contatto con la realtà. E come è questa realtà? Essa potrà essere solamente quello che è, perché fuori di essa, entriamo nel regno dell’immaginazione, attraente all’inizio, ma un inferno per coloro che s’intestardiscono di permanere in essa.IL SESSO È PIÙ CHE ALTRO LA NOSTRA FANTASIA MENTRE L’AMORE È LA VERITÀ.
L’amore romantico può essere comparato alla idealizzazione che facciamo della vita: vogliamo stare su un piano idealizzato e non reale, nella fantasia dell’amore e non nella sua realtà, perché tentiamo di collocarci al di sopra della verità, per controllarla come meglio ci conviene.
Ciò che accade con la vita affettiva è esattamente lo stesso rispetto alla conoscenza: l’idea che l’amore porta sofferenza (così come la verità). In questo modo l’essere umano fugge erroneamente dal sentimento, rifugiandosi nel campo sessuale – che in realtà gli provoca disgusto. Amore, passione, vaneggiamento è amore-fantasia, è fuga dalla realtà.È imperdonabile il tentativo di identificazione che la scienza psicanalitica ha fatto tra l’affetto e il sesso; in generale mi sembra perfino il contrario, poiché la libido ha una connotazione molto più di alienazione, basta vedere la furia libidinosa degli individui estremamente malati (schizofrenici, paranoici, depressivi ed epilettici). Al contrario di quello che ha affermato la psicanalisi, la genitalità è propria degli individui molto malati, poiché essi hanno cambiato la realtà per il vaneggiamento sessuale.Qualsiasi contrarietà nei confronti dell’amore, ci fa sentire immediatamente un peso, o meglio, un’angoscia, perché il sentimento è la stessa essenza di vita e, facendo così, gli stiamo impedendo di esistere.Probabilmente il fattore che ha più contribuito a provocare questo stato è il modo di come si è usato il sesso: primo, tentando di confonderlo con l’amore, svalutando il vero sentimento; e, peggio ancora, sforzandoci di scambiarlo per amore. In questo modo restiamo insoddisfatti ed incompleti in quanto non ci abbandoniamo definitivamente all’amore.L’amore è incorso nella stessa condanna che l’essere umano ha perpetrato nei confronti della verità, essendo tacciato di pigrizia; si è concesso enorme enfasi al sesso, che si è chiamato libido(!), nell’intento di deviare l’attenzione dal vero problema.Nella misura che ci inoltriamo nel sentimento, le parole incominciano a diradarsi, il pensiero perde la sua forza, per cedere posto praticamente a quello che è il nostro reale prodotto, ma che appartiene al mondo della verità, senza limite o passioni e del tutto generoso. In questo preciso momento avvertiamo una forza formidabile spingerci nel campo delle realizzazioni, addirittura fino ad una unione tra il limitato e l’illimitato.LA LIBERAZIONE DELL’ESSERE UMANO AVVIENE PER MEZZO DELL’ATTO D’AMORE (SANITÀ) CHE LO LIBERA DALLA SCHIAVITÙ DELLA FANTASIA (PSICOPATOLOGIA).
Liberazione è l’atto d’amore e il contatto con la verità; nessuno è libero nel vivere la fantasia e l’immaginazione, ma lo è nel vivere la realtà. Nel frattempo è necessario distinguere la vera dalla falsa realtà, poiché le istituzioni sociali sono generalmente la deturpazione e la negazione del reale, forgiate dai gruppi più esperti nello sfruttamento del prossimo. La liberazione potrà esserci solamente con il sentimento (amore), che è l’azione di entrare in contatto con la propria realtà.
Soffriamo le amarezze della più terribile prigione, nel voler incarcerare la vita psichica dentro il campo limitatissimo dell’immaginazione e della fantasia; patiamo come Prometeo che, attaccato alla roccia, sognava di librarsi nello spazio libero davanti a lui; come prigionieri di Platone, guardiamo speranzosi la luce che si spande fuori della caverna, aspettando la nostra decisione di arrivare là.L’amore è il centro di tutta la vita; esso è la stessa esistenza – tutto parte da esso poiché esso è bontà e la bontà si diffonde da sé. L’amore è la base e il fondamento di tutto ciò che esiste.L’amore è identico alla verità: è uno solo che si diffonde a tutti gli altri settori. L’amore è l’origine della vita, e anche il suo fine; tutto quello che esiste proviene da esso che, come un’enorme calamita, attrae tutta l’umanità.Per questo motivo, non c’è alcuna persona immune dall’amore; ciò che esiste realmente è l’individuo che lo accetta di più; colui che lo rifiuta completamente lo chiameremo malato mentale, cioè colui che più cerca di negare l’innegabile. L’amore è il grande, eterno immutabile bene; solamente esso riesce a darci la pace che tanto ci manca.Non possiamo odiare se non ciò che amiamo, poiché è solamente nel notare l’opposizione che esercitiamo verso di esso che riusciremo ad avere la certezza di quanto lo accettiamo. La coscienza del rifiuto (negazione) della verità è la percezione della grande adorazione verso di essa.Collochiamo nel vincolo affettivo la sofferenza che sentiamo nel negarlo. In questo modo passiamo la vita lontani da ciò che ci fornisce la felicità.L’amore non può essere contenuto in certi limiti (nel tentativo vano di evitare che sia dannoso per la persona); esso si espande naturalmente, sia che lo accettiamo o no.Esso, se praticato, ci mostra che stiamo già vivendo la piena eternità, poiché è il definitivo che caratterizza il realmente umano; è la vita psichica nella sua interezza; è l’essere umano nella sua integrità.D’altra parte, sulla verità e l’amore non c’è molto da scrivere, perché essi sono l’unico reale esistente; pertanto non sono spiegabili e non hanno bisogno di comprensione; per chiarirne la conoscenza, neppure tutti i trattati, i libri e le carte che tutto l’universo possa fabbricare saranno sufficienti, poiché non sarà mai conoscibile a chicchessia: si può solamente sentire per viverlo.