Incentivare l’erotismo è un ottimo nutrimento della paranoia – N.Keppe

Nel 1954, partecipai ad un Congresso di Psichiatria realizzato nell’Ospedale delle Cliniche (São Paulo) dove ascoltai uno psichiatra, di cui non ho conservato il nome, che dette la seguente informazione: “L’alcolista nasconde dietro il suo vizio una malattia grave; se lasciasse il bere repentinamente cadrebbe in una schizofrenia”. Il medico stava parlando del pericolo dell’Antabus, una medicina che dopo l’uso provoca nausee e malessere, all’ingerire qualsiasi bibita alcolica.

Nell’anno 1981, precisamente il 13 febbraio, scoprii esattamente lo stesso fenomeno con le persone erotiche. Quello che accade a loro, nel dedicarsi ad attività “amorose”, è semplicemente una fuga molto grande dalla coscienza dei loro problemi persecutori. Quando si ritirano un po’ dalle esperienze sessuali, presentano tracce molto forti di una paranoia accentuata.

Portando tale questione nell’ambito sociale, possiamo notare facilmente fatti significativi. Il primo, che mi sovviene, è l’attitudine delle donne dalla vita “facile” (apparentemente); sembrano molto comprensive (fin quando rimangono legate a questo tipo di esistenza) ma, nella misura che se ne allontanano, si mostrano brontolone e attaccabrighe. Altro esempio molto esplicativo è ciò che accade a tutte le persone che inquadrano la sanità nella libido; siano i clienti che si psicanalizzano (secondo l’ortodossia freudiana), siano gli stessi psicanalisti di questa scuola, gli studenti (poiché la maggior parte si orientano verso il freudismo e, peggio ancora, verso Reich) e tutti coloro che si dedicano al cosiddetto “sport dell’amore”.

È famosa, in ogni società, la condotta degli studenti di psicologia che, nella misura in cui arrivano alla fine del loro corso, diventano sempre più arroganti ed insopportabili – fatto questo già osservato da Maslow, negli Stati Uniti, da molto tempo. Tutti sanno che la maggior parte della psicologia moderna pone alla sua base l’orientamento freudiano.

Sigmund Freud era estremamente dominante e persecutorio, come diceva il suo biografo Ernest Jones; probabilmente fu questo il motivo che lo indusse a “rifugiarsi” in teorie sessuali, per nascondere la coscienza della sua problematica. Tale attitudine gli fu estremamente dannosa, poiché contrasse un tumore maligno, che lo obbligò ad operarsi ventisette volte alla gola.

Il fondatore della psicanalisi non curava psicotici, indirizzandoli agli psichiatri. Ora posso vedere meglio il motivo di questo atteggiamento: nel processo psicanalitico, il malato mentale peggiorava il suo stato mentale. Ogni caso grave che io stesso ho seguito nel passato, usando le teorie freudiane, sviluppava una aggressività incredibile, abbandonando il trattamento. Attualmente sono in grado di comprendere ciò che accadeva: essi sviluppavano la loro mania di persecuzione ad un alto grado, tanto da poter tranquillamente affermare che il freudismo accentua la paranoia individuale (e sociale). Applicato alla vita sociale, diciamo che le ipotesi sessuali di Freud la porterebbero ad un alto grado di alienazione, con enormi danni per la civiltà.

Freud, e probabilmente Carlo Marx, costituiscono veri Anti-Cristo (e non un Adolf Hitler o Stalin), perché attraverso la scienza e il pensiero è possibile realizzare un lungo lavoro di demolizione della vita sociale normale, usando ipotesi malate. Però, non c’è il minimo dubbio che tale concezione fu ispirata dalla deturpazione che da molto tempo i cristiani avevano fatto sull’argomento.

Le istituzioni cristiane si trovano in una stretta, ossia, si sono incagliate a causa della super-valorizzazione che è stata fatta dell’erotismo – dimenticando di prestare attenzione ai fattori realmente fondamentali. Stiamo abbandonando la felicità, volendo scambiarla con il sesso che nasconde la megalomania e la paranoia. Durante tutta la vita ho sempre meditato sul grande conflitto tra l’orientamento “scientifico” e quello di Cristo, credendo che esistesse un errore di interpretazione o del cristianesimo o della scienza.. Ogni individuo, che ha esperienza nel campo della psicoterapia, può facilmente notare che una persona, che non può più dare sbocco alla sua lussuria, presenta immediatamente una mania di persecuzione accentuata.

D’altra parte sto notando un fenomeno comune nelle persone gelose: una accentuata attitudine di aggressività e di alienazione, molto simile a quella dei paranoici più gravi. Ho sempre detto che l’unico sentimento che esiste è l’amore; invidia, odio e ira sono il rifiuto o la negazione dell’affetto. Allora che cosa sarebbe la gelosia se ha un altro nome? In greco esiste la stessa parola per indicare invidia, gelosia, malevolenza, odio e repulsione: Fitonos.

Melanie Klein era dell’opinione che l’invidia fosse un sentimento cattivo, mentre la gelosia, una specie di amore – “una difesa del sentimento d’amore” (Fonti dell’inconscio, M. Klein). Così tutta la psicanalisi tradizionale appoggiò tale concetto, creando una situazione di afflizione nei suoi clienti, in quanto considerava la gelosia un sentimento lodevole.

La causa della lussuria è l’invidia e l’arroganza – e non qualche fattore di ordine fisiologico, come il tipo di alimentazione, o il funzionamento ghiandolare – siamo libidinosi in quanto adottiamo una condotta di superbia. Vogliamo dire che l’erotismo, perlomeno quando appare patologico, costituisce un segnale, un sintomo di una attitudine interna erronea. Sia una erotomania, una omosessualità, un’impotenza, o qualsiasi altro fenomeno in questo settore, costituisce un indicatore che qualche cosa dal punto di vista psichico in noi va male.

Credo che il maggiore di tutti gli inganni, già avvenuti nel campo della psicopatologia, sia stata l’identificazione della libido con la normalità. E la maggior parte degli orientamenti psicologici hanno dato priorità al buon relazionamento sessuale – sfuggendogli la percezione che esso è proprio il desiderio degli individui più malati (paranoici), per sfuggire a qualsiasi coscienza importante e continuare ad alimentare indefinitamente la stessa mania di persecuzione.