Il sesso porta più preoccupazioni e tristezza che allegria – Norberto Keppe

Sento da molto tempo parlare delle delizie che la libidine offrirebbe all’essere umano. Il mezzo principale di promozione di qualsiasi articolo commerciale è sempre l’uso di un appello sessuale, attraverso il quale una persona consumerebbe tutto ciò che è in vendita. D’altra parte l’orgasmo offre un piacere accentuato tanto da indurre William Reich ad immaginare che tutto l’equilibrio umano potrebbe essere conseguito per mezzo di questo piacere. Non è molto difficile percepire che questo approccio porta ad una umiliazione dell’uomo, volendo ridurlo alla sua sessualità – lasciando da parte tutto ciò che è veramente importante e fondamentale nella propria vita.

Il piacere sessuale è una piccola immagine del cosiddetto godimento divino, o meglio, di tutto il piacere che ci viene destinato da tutta l’eternità se accettassimo la spiritualità. È per questo motivo che dobbiamo coscientizzare se, attraverso la lussuria, non ci stiamo impedendo di usufruire di un piacere molto più grande -–non solo nell’aldilà, ma anche in questa esistenza.

Non esiste alcun fenomeno che non sia mosso da uno anteriore; principalmente nel campo fisico, dove tutto quello che facciamo è prodotto da quello psicologico. Portando tale affermazione reale nell’ambito sessuale, possiamo concludere che ogni attitudine, in questo senso, è determinata dal modo di pensare. E uno dei fatti più curiosi è il desiderio di realizzare tutta la megalomania in questo settore. Per esempio: l’idea di straordinaria potenza che all’uomo piacerebbe di possedere, o la realizzazione di una unione perfetta che la donna fantastica.

C’è un grande equivoco a riguardo delle funzioni sessuali, equivoco dovuto alla loro condizione mista: psicologica e fisiologica, in quanto si è dato eccessiva importanza a questa seconda, parificando l’uso del sesso al funzionamento degli altri organi, come lo stomaco, il cuore, gli intestini ecc.. Tale identificazione è completamente falsa, perché, anche se non avessimo una vita sessuale attiva, la sua funzione continua ad essere perfettamente normale: la polluzione nell’uomo e l’ovulazione nella donna. Nel momento in cui una persona, che si sia astenuta per un certo periodo di tempo, volesse ritornare ad un comportamento erotico, non incontrerà alcun impedimento, anche se sia rimasto anni lontano da qualsiasi attività erotica, come accade a molti funzionari religiosi.

Tornando al problema dell’erotismo, possiamo paragonarlo a qualsiasi altro tipo di esigenza, come quella del denaro e all’affanno per ottenere il prestigio sociale; se ogni persona osserva bene, non avrà molta difficoltà nel percepire come una attitudine sessualmente moderata porti innumerevoli benefici.

Valutando una condotta di alienazione per mezzo degli stupefacenti (droghe, canapa indiana, eroina, LSD), o la realizzazione di una fantasia per mezzo di professioni “importanti” (politica, amministrazione), o impegnandosi intensamente alla ricerca del lucro credendo in un paradiso di potere, o anche pensando a raggiungere la felicità per mezzo della libido, vedremo che tutte producono la stessa cosa: l’alienazione – come se il benessere stesse nel Nirvana (eliminazione di ogni sensazione) – rifiutando il vero godimento che sta nella relazione con il Creatore.

Fin quando Adamo ed Eva rimasero nell’Eden, usufruendo della compagnia di Dio, non ebbero alcuna relazione sessuale; ma da quando adottarono l’attitudine di superbia e di arroganza, rifiutando la realtà, “Adamo conobbe Eva sua moglie, la quale concepì e dette alla luce Caino” (Genesi cap.4, vers.1). La conclusione che potremmo trarre immediatamente da questo fatto, è che il godimento sessuale fu ricercato solamente dopo che i primi genitori dell’umanità perdettero il godimento della contemplazione del Creatore – stando così le cose, possiamo affermare che solamente con il ritorno alla spiritualità, perderemo l’eccessivo interesse per il piacere fisico. Potrebbe essere altrimenti?

Ho l’impressione che viviamo orientati o verso il materiale, o immersi nello spirituale come gli angeli – solo che nel primo modo diamo il primato all’elemento inferiore, mentre nel secondo all’aspetto superiore che è il veritiero e più attinente alla nostra natura (spirituale).