Gli unici capaci di curare le malattie animistiche (malattie provocate da problemi emotivi) sono le persone che, avendo una profonda conoscenza della loro problematica psicologica, accompagnata da una grande tenerezza e da una vera onestà, cercano di aiutare i loro pazienti a coscientizzare la loro patologia, affinché attraverso questo processo, essi possano realizzarsi con l’aiuto della verità e della sanità presenti in loro.
Questa relazione, che possiamo chiamare Medicina delle Anime e del Corpo, può essere ottenuta solo da individui che si sono avvicinati a Dio grazie all’umiltà e alla coscienza dei loro errori e dei loro problemi. È inutile quindi che lo psicanalista abbia ottenuto numerosi diplomi e titoli poiché la razionalizzazione è tipica degli individui arroganti che non riescono mai a guidare i loro pazienti sul cammino della coscientizzazione, cioè della guarigione.
Come può uno psicanalista far accettare a qualcuno la coscienza dei suoi difetti, della sua malattia, della sua follia, se persino egli stesso non ammette l’esistenza dei suoi problemi e, addirittura, è più squilibrato del suo paziente?
Il dottor Keppe dice spesso che il miglior psicanalista è quello che si vede più malato del suo cliente poiché, in questo modo, riesce ad essere più umile e si interroga su qual è il miglior modo di alleviare la sofferenza del suo simile.
L’individuo arrogante è freddo, sprovvisto di tenerezza e tratta il cliente come un oggetto: è freddo e aggredisce la coscienza del suo cliente e provoca di frequente in quest’ultimo un aumento “dell’autocensura”, aumentando così la sua sofferenza e, allo stesso tempo, i suoi sintomi patologici.
Quando il dottor Keppe lavorava all’Ospedale Das Clinicas, notò in alcuni professori, una volontà di difendere i loro interessi professionali, volontà superiore a quella di ottenere dei buoni risultati con i loro pazienti al fine di onorare la vera scienza.
I malati ottenevano spesso un importante recupero grazie alla Psicanalisi Integrale e spesso, grazie a sedute di psicanalisi di gruppo. In una di queste cliniche, il dottor Keppe ha incontrato fino a 80 clienti di cui 60, nel corso delle prime settimane, riuscirono a recuperare totalmente, senza l’aiuto di medicine.
Ciò che accadde in seguito è molto sorprendente, ma rivela le vere aberrazioni che si riscontrano in molti ospedali e in molte comunità scientifiche nel mondo: il responsabile di questa clinica chiese al dottor. Keppe di interrompere il suo lavoro, poiché la Cattedra della Facoltà di medicina ed i suoi allievi non avevano alcuna ragione di essere senza quei malati. Come avrebbe fatto senza più pazienti da curare e sui quali effettuare ricerche per l’applicazione e per l’orientamento allopatico delle cure mediche tradizionali?
Così era quindi impossibile sovrapporre l’attività di trilogista (psicanalista integrale) ad una professione o ad uno “statuto accademico”.
Il Trilogista non dovrà sottomettersi a nessuna legislazione professionale che provenga dalle autorità governative o da istituzioni. Lavorare con la verità esige un atteggiamento etico interiore di colui “che cura”; ciò non deve mai essere una maschera esterna. Un individuo senza titolo universitario potrà quindi, in determinate circostanze, essere un medico dell’anima migliore di un dottore con diplomi e specializzazioni.