Chi è il vero medico delle anime? – Claudia Pacheco

Gli unici capaci di curare le malattie animistiche (malattie provocate da problemi emotivi) sono le persone che, avendo una profonda conoscenza della loro problematica psicologica, accompagnata da una grande tenerezza e da una vera onestà, cercano di aiutare i loro pazienti a coscientizzare la loro patologia, affinché attraverso questo processo, essi possano realizzarsi con l’aiuto della verità e della sanità presenti in loro.
Questa relazione, che possiamo chiamare Medicina delle Anime e del Corpo, può essere ottenuta solo da individui che si sono avvicinati a Dio grazie all’umiltà e alla coscienza dei loro errori e dei loro problemi. È inutile quindi che lo psicanalista abbia ottenuto numerosi diplomi e titoli poiché la razionalizzazione è tipica degli individui arroganti che non riescono mai a guidare i loro pazienti sul cammino della coscientizzazione, cioè della guarigione.
Come può uno psicanalista far accettare a qualcuno la coscienza dei suoi difetti, della sua malattia, della sua follia, se persino egli stesso non ammette l’esistenza dei suoi problemi e, addirittura, è più squilibrato del suo paziente?
Il dottor Keppe dice spesso che il miglior psicanalista è quello che si vede più malato del suo cliente poiché, in questo modo, riesce ad essere più umile e si interroga su qual è il miglior modo di alleviare la sofferenza del suo simile.
L’individuo arrogante è freddo, sprovvisto di tenerezza e tratta il cliente come un oggetto: è freddo e aggredisce la coscienza del suo cliente e provoca di frequente in quest’ultimo un aumento “dell’autocensura”, aumentando così la sua sofferenza e, allo stesso tempo, i suoi sintomi patologici.
Quando il dottor Keppe lavorava all’Ospedale Das Clinicas, notò in alcuni professori, una volontà di difendere i loro interessi professionali, volontà superiore a quella di ottenere dei buoni risultati con i loro pazienti al fine di onorare la vera scienza.
I malati ottenevano spesso un importante recupero grazie alla Psicanalisi Integrale e spesso, grazie a sedute di psicanalisi di gruppo. In una di queste cliniche, il dottor Keppe ha incontrato fino a 80 clienti di cui 60, nel corso delle prime settimane, riuscirono a recuperare totalmente, senza l’aiuto di medicine.
Ciò che accadde in seguito è molto sorprendente, ma rivela le vere aberrazioni che si riscontrano in molti ospedali e in molte comunità scientifiche nel mondo: il responsabile di questa clinica chiese al dottor. Keppe di interrompere il suo lavoro, poiché la Cattedra della Facoltà di medicina ed i suoi allievi non avevano alcuna ragione di essere senza quei malati. Come avrebbe fatto senza più pazienti da curare e sui quali effettuare ricerche per l’applicazione e per l’orientamento allopatico delle cure mediche tradizionali?
Così era quindi impossibile sovrapporre l’attività di trilogista (psicanalista integrale) ad una professione o ad uno “statuto accademico”.
Il Trilogista non dovrà sottomettersi a nessuna legislazione professionale che provenga dalle autorità governative o da istituzioni. Lavorare con la verità esige un atteggiamento etico interiore di colui “che cura”; ciò non deve mai essere una maschera esterna. Un individuo senza titolo universitario potrà quindi, in determinate circostanze, essere un medico dell’anima migliore di un dottore con diplomi e specializzazioni.