L’energia dell’amore dà salute – Claudia Pacheco

Nel 1984 tenni una conferenza a New York dal titolo: “L’Energia dell’Amore”. La sala della nostra clinica situata nella East Side di Manhattan risultò strapiena. Io mi chiesi se gli americani fossero molto più affettuosi di quello che dimostravano o se l’interesse suscitato fosse dovuto più al significato del tema che si sarebbe dibattuto. Potei notare nel corso della conferenza che entrambe le ipotesi erano corrette. Nella platea c’era chi voleva rafforzarsi attraverso l’uso della propria libido. In quel periodo stavo lanciando il mio libro “Guarire con la coscienza – Teomania e Stress” e l’idea che fosse possibile ottenere una guarigione di diverse malattie attraverso la psicoterapia, senza l’uso di medicinali, era nuova in tutto il mondo e molto attraente. Pertanto, il numero di partecipanti alle nostre conferenze di Medicina Psicosomatica era ogni volta di 700-800 persone.
Il lavoro scientifico della Psicanalisi Integrale stava cambiando l’ambiente di New York, le persone già cominciavano a chiedere ai loro medici una visione più moderna del malato che doveva essere visto come un tutto, e la mentalità olistica ebbe un grande punto d’appoggio nelle teorie e scoperte di Norberto Keppe.

Pertanto cominciò ad essere riconosciuto il ruolo fondamentale delle emozioni e dei pensieri nell’ammalarsi delle persone, così come nella loro cura. Parole come coscientizzazione, termine molto usato da Keppe nel suo lavoro psicanalitico, entrarono nel dizionario americano, poiché fino ad allora questa terminologia era sconosciuta. In molti ambienti si pensava alla coscienza con una connotazione morale, religiosa, o si parlava di “consciousness” (un termine preso in prestito dalla filosofia Hindu) che significava un’energia vacante dell’universo.

Con la parola coscientizzazione (conscientização) Keppe introdusse un nuovo significato utilizzato per la comprensione della nostra psiche e del suo trattamento. In esso sono compresi il significato etico e intellettuale, come due fattori che uniti sfociano in un terzo elemento. Il sentimento di affetto (fattore etico) legato all’intelletto (ragione) porta alla vera comprensione di una realtà interiore o esteriore. Pertanto la conoscenza reale non è solo quella intellettuale, ma quella della coscienza. Tutto ciò che l’essere umano fa di giusto e equilibrato dipende essenzialmente dalla presa di coscienza di ciascuno.

LA DIFFERENZA TRA L’INTELLIGENZA EMOZIONALE E L’AMORE RAZIONALE
Keppe scoprì che gli elementi naturali della struttura psichica degli esseri umani sono il sentimento di amore che egli considera come l’unico sentimento vero e la ragione che è la vera intelligenza. Insieme essi formano un vettore di energia psichica e fisica, che egli chiama di coscienza e che porta automaticamente all’azione buona bella e vera nella vita personale e sociale degli individui. La salute psicofisica è il risultato di questa energia elaborata nella nostra vita psichica.

Le emozioni, secondo Keppe, sono una vibrazione interiore in disarmonia con le vibrazioni dell’amore. Esse rendono più difficile la stessa conoscenza e portano a un disturbo psiconeuroimmunologico. La paura, la rabbia, l’ansietà sarebbero esempi di emozioni che rendono difficile o impediscono l’armonia interiore della coscienza, portando ad un raziocinio patologico, ad azioni distruttive, a infermità fisiche, psichiche e sociali.

Allo stesso modo l’intelligenza usata e non connessa all’amore (all’etica) porterà all’intellettualizzazione, alla fantasia, alle idee fuori dalla realtà, dalla giustizia, alle menzogne, ai sistemi di pensiero teorici e distruttivi: per esempio, a sistemi economici che mirano solo al lucro, anche se questo porti alla distruzione del pianeta con la concomitante estinzione dell’umanità.

Il vero pensiero è quello che va di pari passo con l’etica (amore). Ragione è sinonimo di amore e non il suo opposto. Il detto francese di Pascal che il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce, soffre di una serio travisamento, poiché ciò che la ragione non riconosce è l’emozione, non l’amore. Allo stesso modo l’amore deve avere tutto il sostegno della ragione per le sue necessità, per essere vero e ben riuscito.

Possiamo concludere, secondo le scoperte di Keppe, che l’individuo ben riuscito nelle sue realizzazioni è colui che cerca di unire l’amore alla ragione controllando sempre le sue azioni attraverso questi due vagli. Ciò che voglio fare, la mia ragione lo approva? E ciò che sto pensando è in accordo con i sentimenti di affetto e di bontà? Se il risultato fosse negativo, è segno che quello che faccio sarà distruttivo. E se la risposta fosse affermativa, è segno che quello che faccio avrà la grande Il Dr. Goleman, arrivato successivamente al lavoro sviluppato da Keppe negli Stati Uniti e conosciuto come il creatore del concetto di intelligenza emozionale, è un autore che ha in parte distorto la comprensione dell’importanza dell’azione dei sentimenti e delle emozioni sulla nostra intelligenza. Questa ricerca è di estrema importanza, vi è ancora tutto un enorme campo che deve essere scoperto, e riassumere questo assunto è molto difficile.

Ma possiamo concludere che solo la persona amorevole conosce realmente e quella che ha rabbia, paura o qualsiasi emozione negativa, penserà solo idee distorte, paralogiche che la portano a conclusioni errate.

Per fare un esempio: prendiamo un soggetto che lavori in un settore in cui operi anche una persona che non gli piace. Giorno dopo giorno questa irritazione cresce al punto da occupare il suo campo di pensiero con idee prodotte dalla rabbia. Proiettarle fuori, aggredire, cambiare di dipartimento o di impiego, fuggire dal malessere a qualsiasi prezzo, sarà vista come l’opportunità più immediata. Oppure trattenere tutto dentro di sé provocando come conseguenza malattie psicosomatiche, distruggendo la motivazione nel lavoro e la creatività. Tutti risultati molto distruttivi.

L’INTERIORIZZAZIONE A SERVIZIO DELLA COSCIENZA
Come agire in una situazione di questo tipo in modo da preservare l’armonia del mio interiore e del mio lavoro? Come ragionare in modo da avere una vera comprensione di ciò che sta accadendo? Come ritornare alla padronanza di me stesso e uscire dal dominio delle mie emozioni irrazionali?

Per affrontare questo Keppe ha creato un metodo di interiorizzazione, o la dialettica che ci serve come specchio per la nostra autoconoscenza. Noi non proviamo rabbia nei confronti di una persona di per sé, ma della coscienza che questa persona ci porta. Non abbiamo paura di persone o cose e situazioni, ma della coscienza essi ci portano. Soffriamo di un processo di inversione psichica che ci fa temere la realtà la verità. Crediamo che quello che non vediamo, o che non coscientizziamo non ci causerà sofferenza. “Lontano dagli occhi, lontano dal cuore” è il detto che seguiamo incoscienti del pericolo in cui noi collochiamo tale attitudine. E allo stesso modo il prossimo ci mostra cose che non vogliamo vedere in noi stessi; per esempio, difetti non corretti, attitudini negative, vizi o attitudini di censura e sabotaggio che commettiamo contro noi stessi e che proiettiamo negli altri. E quello che è peggio –è che noi abbiamo diversi tipi di atteggiamenti invertiti e malattie che ci conducono alla nostra distruzione e che passano ad un livello incosciente. Il risultato è che proiettiamo negli altri a causa di questi danni vedendo il nostro male nell’altro e attaccando questa “ombra” che fabbrichiamo.

Reagiamo come il cane che abbaia al suo riflesso quando si vede nello specchio o come colui che fugge terrorizzato dalla sua ombra riflessa in una parete di un corridoio buio.

Nelle scuole di lingua Millennium, per esempio, dove i professori applicano il metodo psicolinguistico trilogico, gli alunni sono portati a coscientizzare che la paura e i blocchi che hanno nell’apprendere e parlare una nuova lingua, non si trovano nel professore che lo censura o negli altri che criticano i suoi errori, o ancora nella lingua che è eccessivamente difficile, ma stanno dentro loro stessi, nell’esagerato perfezionismo e idealizzazione nell’affrontare il nuovo idioma. Avendo coscientizzato questi e altri blocchi interni, l’alunno, qualsiasi sia la sua età, riuscirà finalmente non solo ad apprendere una lingua, ma anche molte altre conoscenze.